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Il Centro Notturno Alzheimer è un progetto sperimentale attivato dalla Cooperativa Sociale Bergamo Sanità all’interno dell’Istituto Caprotti Zavaritt di Gorle, che gestisce la Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) e il Centro Diurno Integrato (CDI), realtà accreditata anche per l’erogazione della Misura RSA Aperta, ai sensi della DGR 7769/2018 di Regione Lombardia, a sostegno delle famiglie e dei suoi componenti fragili.

Ats Bergamo monitorerà la declinazione del progetto, per raccogliere evidenza dei risultati di efficacia ottenuti dai destinatari dell’intervento.

Bergamo, 2 luglio 2019 Uno dei disturbi più frequentemente legati all’Alzheimer è il cambiamento del ritmo sonno-veglia, un problema che investe i pazienti affetti da una patologia già grave e che ha riflessi anche sulla famiglia. Per questo Ats Bergamo sostiene l’attuazione della sperimentazione del Centro Notturno Alzheimer per il ripristino del ritmo sonno-veglia attivata presso l’Istituto Caprotti Zavaritt di Gorle dove, ieri sera, sono entrati i primi due pazienti con l’obiettivo di riportare alla normalità almeno questa parte della loro vita.

«I pazienti con diagnosi di demenza, certificata dal medico specialista, che presentano disturbi comportamentali e del sonno con difficoltà di gestione da parte dei familiari dopo 2/3 notti di osservazione al loro domicilio – spiega Elvira Schiavina, Responsabile U.O.S. Promozione e Innovazione delle Reti dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo – sono stati inseriti al Centro Notturno, dove resteranno per le dieci notti successive, facendo ritorno a casa la mattina per poi rientrare la sera. L’obiettivo, attraverso interventi di terapia non farmacologica nella fase notturna, è riportarli al ripristino del ritmo sonno/veglia. La sperimentazione pilota – prosegue – unica a livello europeo e che vede la consulenza dell’Università degli Studi di Bergamo, sarà condotta per 24 mesi e, dopo una prima fase di start-up e consolidamento, vedrà l’inserimento di un massimo di dieci persone alla volta».

«La nostra Agenzia di Tutela della Salute – sottolinea Cristina Sarchi, direttore sociosanitario di via Gallicciolli – segue già dal novembre 2017 il progetto “Avrò cura di te” per il sostegno domiciliare e ambulatoriale alle famiglie di malati di Alzheimer, promosso dalla Cooperativa Bergamo Sanità, e ora supporta il progetto “Centro Notturno Alzheimer”, ulteriore servizio a sostegno della domiciliarità. Il progetto è rivolto a una fascia di popolazione particolarmente fragile, che nel territorio provinciale vede numerose famiglie impegnate nella cura e assistenza di un proprio caro a domicilio con notevole coinvolgimento anche emotivo».

Le modalità di accesso: l’importanza di una figura di riferimento

L’accesso al Centro Notturno avviene in orario serale con il rientro al domicilio la mattina del giorno successivo. Il paziente affetto da Alzheimer è facilmente disorientabile ed irritabile di fronte a qualsiasi cambiamento, pertanto l’allontanamento dalla propria casa e dai luoghi conosciuti nelle ore serali e notturne potrebbe costituire facile fonte di stress. La persona viene dunque accompagnata dal proprio familiare di riferimento o dal caregiver professionale (badante), al quale viene garantita una formazione specifica.

L’équipe di operatori appositamente formata in terapie non farmacologiche

E’ costituita da operatori formati in Terapie Non Farmacologiche: infermiere, operatore sociosanitario (OSS), terapista occupazionale, per assicurare l’opportuna e adeguata presenza nelle ore notturne al Centro attraverso l’attivazione di servizi personalizzati con percorsi non farmacologici (doll therapy, musicoterapia ambientale, musicoterapia recettiva, music-bed, culla–care poltrone ergonomiche, massaggio terapeutico, reiki-shiatsu, terapia del contatto, etc. …); servizi sanitari e riabilitativi: valutazione e controllo geriatrico, controllo dei parametri vitali. Sarà comunque garantita la somministrazione della terapia farmacologica da parte del personale infermieristico, sulla base delle indicazioni e prescrizioni del medico curante.

Il sostegno al nucleo famigliare

Sono inoltre previsti servizi di sostegno al nucleo familiare: interventi di informazione ed educazione sanitaria e socio-educativa al miglior utilizzo domiciliare dei presidi e ausili e delle procedure che adattino l’ambiente domestico e supportino l’autonomia residua della persona anziana.

Sono previsti anche interventi utili a sostenere concretamente le richieste di ascolto espresse dalle famiglie, che molte volte evidenziano difficoltà di gestione dei loro familiari affetti da patologie degenerative.

Saranno organizzate sessioni informative/formative per accompagnare i familiari nell’applicazione delle modalità di cura non farmacologica attivate nella fase notturna del ricovero, nel momento del rientro a domicilio, per assicurare continuità terapeutica.

Nella fase di rientro a domicilio sarà infine indicata ai familiari la strategia da attivare in fase notturna e, a distanza di tempo, saranno monitorati i risultati ottenuti.

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