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Il servizio sanitario compie 40 anni. Un momento utile per condividere e costruire il futuro  con attenzione rivolta verso i bisogni effettivi dei cittadini e gli aspetti economico-sociali.

Sotto la lente i cambiamenti  sia organizzativi sia tecnologici  alla luce della crescita significativa di malattie croniche, dovute all’invecchiamento della popolazione, per arricchire il sistema salute di nuovi saperi, nuove pratiche e nuove figure professionali.

 

Bergamo, 19 ottobre 2018 – In occasione dei 40 anni del Servizio Sanitario Nazionale stamattina nell’ ex Chiesa di S. Agostino, a Città alta, si e’  tenuto il convegnoTutela della salute: ieri oggi e domani”,  promosso dal Tavolo per lo sviluppo e la competitività di Bergamo sulla salute, nell’ambito della collaborazione tra ATS Bergamo, ASST Bergamo Est, ASST Bergamo Ovest, ASST Papa Giovanni XXII, Humanitas Gavazzeni, Istituti Ospedalieri Bergamaschi,  Camera di Commercio, Confindustria Bergamo, Imprese&Territorio e Università di Bergamo.

Dopo i saluti di Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università, ha tenuto un breve discorso il sindaco della città,  Giorgio Gori, sul ruolo della medicina oggi, seguito da  Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio.

I lavori dell’incontro sono stati suddivisi in due sessioni: la prima concentrata sul Servizio Sanitario Nazionale e i cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi 40 anni grazie alle testimonianze video di Giancarlo Borra, membro della Commissione Sanità della Camera dei deputati per circa 8 anni; Carlo Saffioti,  per lunghi anni presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale lombardo, relatore del primo Piano Sanitario Regionale, nonché estensore della Legge Regionale n. 31/1997 e di Vittorio Carreri, già docente all’Università Bocconi (SDA) e alle Università degli Studi di Milano e Pavia, autore di testi autorevoli, insignito anche della Medaglia d’Oro al merito della Sanità pubblica nel 2003.

Qualche cenno storico sul Servizio Sanitario Nazionale

Fino al 23 dicembre del 1978, giorno in cui con l’approvazione delle legge 883 fu sancita l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, l’accesso alle cure era garantito dalle casse mutue. Ogni categoria professionale era obbligata a iscriversi alla propria, insieme ai familiari a carico. Così si otteneva la tutela contro le malattie sul lavoro e il rimborso delle spese ospedaliere. Il diritto alla salute era dunque basato sulla condizione di lavoratore e non su quella di cittadino e l’entità dei contributi e la qualità delle prestazioni variavano sensibilmente a seconda della cassa di appartenenza. Ma il sistema non resse: le spese superavano le entrate e molte casse finirono in bancarotta, schiacciate dai debiti. Da qui l’idea del governo Andreotti (ministro della Sanità era Tina Anselmi) di far nascere il Servizio Sanitario Nazionale, che finì per assorbire i debiti contratti singolarmente dalle casse mutue. I principi fondanti erano: universalità, uguaglianza, gratuità, globalità dei servizi offerti, solidarietà, democraticità, controllo pubblico e unicità (niente privati).

Gli interventi

La riforma sanitaria in questione è stata commentata da Mario Calderini, dipartimento Ingegneria Gestionale, Politecnico di Milano; Carlo Lucchina, Esperto in Sistemi della Sanità; Gianmaria Martini, Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione; Andrea Remuzzi, Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione; Stefano Tomelleri, Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università di Bergamo.

A conclusione del convegno, si è tenuta una tavola rotonda con i rappresentanti del sistema socio sanitario territoriale: direttori generali di Ats Bergamo, Mara Azzi, Asst Papa Giovanni XXIII, Carlo Nicora, Asst Bergamo Papa Giovanni XXIII, Francesco Locati, Asst Bergamo Ovest, Elisabetta Fabbrini, amministratore delegato e direttore generale di Humanitas Gavazzeni Castelli Giuseppe Fraizzoli, Orazio Amboni, “Comitato di Progetto del Tavolo per lo Sviluppo e la Competitività”.

La mattinata di studi è stata affidata alla segreteria scientifica e organizzativa di Caterina Rizzi, direttore del dipartimento di ingegneria gestionale, dell’Informazione e della produzione dell’Università degli Studi di Bergamo, coordinatore del Tavolo per lo sviluppo e la competitività di Bergamo sulla Salute,  rientra negli eventi di celebrazione dei 50 anni di fondazione dell’Università degli Studi di Bergamo, gode del patrocinio dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Bergamo, è a partecipazione libera e gratuita fino ad esaurimento posti ed è dedicata a operatori sanitari, politici rappresentanti di Istituzioni e Associazioni che operano nel settore sanità, studenti, docenti universitari e tutti i cittadini.

Ha moderato gli interventi il direttore dell’Eco di Bergamo Alberto Ceresoli.

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