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Il sindacato dei medici contesta il clima di questi anni, vissuto dal personale sanitario  al Pio Albergo Trivulzio con troppi provvedimenti disciplinari e relative dimissioni, e chiede un incontro urgente con Comune e Regione Lombardia. 

Milano, 05 maggio 2023 – Pochi giorni fa i sindacati dei medici del Pio Albergo Trivulzio, Anaao-Assomed , FP CGIL Milano e FP CGIL Medici e Dirigenti SSN hanno incontrato la direzione che ha mostrato i dati ufficiali relativi alle dimissioni e ai procedimenti disciplinari dal 2019 al 2022, quindi, dal giorno dell’insediamento dell’attuale Direttore Generale Giuseppe Calicchio.

I dati diffusi dal sindacato dei medici

I dati che erano stati diffusi da Anaao, attraverso gli articoli di stampa delle scorse settimane, sono stati pienamente confermati dalla delegazione aziendale (vedasi allegato). Numeri impressionanti, senza alcun eguale, in Lombardia, per le suddette dimissioni e procedimenti disciplinari, che confermano come questi ultimi siano stati usati, in questi anni, anche prima del COVID, per ridurre al silenzio medici non ossequiosi e liberi nelle proprie idee professionali, costringendoli in diversi casi alle dimissioni e instaurando un regime di terrore.

Ecco alcuni numeri

Dal 2019 al 2022, 15 medici, un quarto del totale, ha subìto almeno un procedimento disciplinare. Il totale dei procedimenti attivati è il doppio, perché alcuni sono stati raggiunti da più di un provvedimento, con un record di 4 in un solo anno.

Le dimissioni in massa dei medici

A causa delle dimissioni in massa dei medici, in questi anni, il numero di questi ultimi è costantemente diminuito e il ritmo delle assunzioni non tiene il passo: il PAT si è impoverito, così, di professionalità sanitarie esperte (taluni ricoprivano anche ruoli organizzativi in azienda), ma anche di giovani neoassunti, che, recentemente, hanno rassegnato le dimissioni già nel corso del periodo di prova. 

Bilancio in rosso

A dare le dimissioni non sono solo i medici ma anche OSS, infermieri, assistenti sociali e, ultimamente, il personale amministrativo, quest’ultimo a causa delle note vicende relative ai bilanci in rosso (il risultato operativo del quinquennio, facendo fede al documento di budget 2023, è di un deficit stimato di oltre 57 milioni di euro, di cui circa 20 milioni previsti per il 2023) e alla vendita per far cassa dei gioielli immobiliari, con le relative proteste degli inquilini. In questo contesto suscitano allarme le dimissioni del membro del Consiglio di Indirizzo di nomina regionale e non si comprende bene quale sia, in merito, la posizione dei membri di nomina comunale.

Le dichiarazioni

Le dimissioni volontarie – affermano Stefano Magnone (in foto), Segretario Anaao-Assomed di Regionale Lombardia, e Sergio De Chiara, Coordinatore Territoriale Milano FP CGIL Medici e Dir. SSN – hanno riguardato, in questi anni, almeno 20 colleghi assunti a tempo indeterminato, quasi un terzo dei medici dipendenti presenti in organico a inizio 2019. Suona quindi un po’ onirica la ricostruzione di un clima idilliaco come letto recentemente su qualche giornale. È evidente l’intento persecutorio – continuano – anche perché i segnalanti erano quasi sempre le stesse persone. I dati in nostro possesso, riguardanti i procedimenti disciplinari delle altre realtà sanitarie pubbliche lombarde, confermano il clima di pesante intimidazione presente al Pio Albergo Trivulzio. La più grande ASST regionale, gli Spedali Civili di Brescia, ha visto, nello stesso arco temporale, una ventina di procedimenti. Se il trend dei disciplinari fosse stato lo stesso a Brescia, in rapporto al numero dei dipendenti – aggiungono – se ne sarebbero dovuti tenere 250! Le motivazioni addotte per attivare i procedimenti disciplinari sono spesso ridicole e frutto di una precisa impostazione aziendale. Chiediamo a Comune e Regione – concludono Magnone e De Chiara – cui verrà inviata questa nostra comunicazione, di essere auditi il prima possibile: il Pio Albergo Trivulzio, storica istituzione milanese, va salvato con un intervento immediato e un deciso cambio di rotta.”

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