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Gli invisibili che dormono all’aperto alla stazione autolinee di Bergamo sono senza dimora, in prevalenza rumeni, senegalesi, ucraini e altri Paesi dell’Est Europa.

Nella foto: extracomunitari hanno sistemato materassi e coperte a terra per dormire.

Bergamo, 14 marzo 2021 – Piumoni, trapunte, coperte e sacchi a pelo sistemati per terra con i quali, persone, anche anziane, che non sanno dove andare si coprono per passare la notte, a volte anche il giorno, allineate una accanto all’altra, in un rifugio all’aperto, protetti soltanto dalla sporgenza finale del tetto della struttura che ospita la biglietteria dei bus e alcuni bar e pizzerie.

Si sono rifiutati di parlare con noi, senza darci una spiegazione

La gente che transita sul posto si ferma a guardare incuriosita, quello che oggi è capitato anche a noi. Abbiamo cercato di sapere qualcosa in più sulla loro situazione, ma non appena hanno saputo che eravamo giornalisti ci hanno detto, con garbo, di andarcene.

Invisibili alla vista delle autorità locali

Abbiamo intitolato il pezzo usando l’aggettivo invisibili perché sembrerebbe che nessuno li vede, anzi non è proprio così: la gente comune si avvicina e cerca di scambiare qualche parola con loro, si tratta di senegalesi, tutti giovani, che approfittano per chiedere qualche euro, gli altri, invece, rumeni e ucraini sono più diffidenti. Dicevamo invisibili perché sembrerebbe che le autorità politiche, religiose, istituzionali, sanitarie e assistenziali, nonché associazioni e cooperative filantropiche locali, non si accorgono di loro.

L’impegno di alcune associazioni milanesi verso i senza tetto

Nella città meneghina, dove peraltro esistono dormitori pubblici, operano parecchie associazioni onlus, alcune delle quali: City Angels, Milano in Azione Onlus, Ronda Carità e Solidarietà, In Vetta!, Progetto Arca i cui volontari si dedicano alla distribuzione di cibi caldi a favore di persone senza fissa dimora.

Un signore, anziano, che era accanto a noi ci ha detto: “La gente non si spiega il perché si dà l’autorizzazione a queste persone di entrare nel nostro Paese e poi vengono abbandonate a se stesse. Non hanno un luogo per dormire, per mangiare, per lavarsi e, perfino, per andare in bagno – ha proseguito l’uomo –. Ho visto più di una persona fare i suoi bisogni sotto gli alberi che costeggiano la via Angelo Mai. In questo periodo di emergenza Covid, le autorità dovrebbero almeno avere idea del pericolo che potrebbero rappresentare, soprattutto, per la mancanza di igiene: un vero e proprio serbatoio di infezioni per i cittadini!”

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