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Per allentare le misure restrittive imposte dai governi è ancora presto. Il periodo della fase 2, quando arriverà,  sarà lungo e ci si dovrà  abituare a convivere con il covid-19, evitando di far risalire la curva epidemiologica, confermano gli esperti dell’OMS.

 

Roma, 9 aprile 2020 – Nel corso della conferenza stampa di ieri, organizzata dalla Protezione civile, Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato: “Siamo in una fase di rallentamento. Non c’è diminuzione netta, ma siamo in un plateau che si abbassa con una velocità assai lenta perché c’è un serbatoio di asintomatici che continua a garantire la circolazione del virus”.

“Anche l’indice di riproducibilità (indicatore dei soggetti che possono essere contagiate da un solo individuo infetto) potrebbe risalire a causa dell’avanzare dell’epidemia nelle zone del Sud”, ha proseguito Ranieri Guerra.

Siamo a un passo dal vedere una prospettiva di vittoria, ma non significa che abbiamo vinto”.

Si potrebbe uscire dal lockdown, con una “Riapertura a fasi, ma solo se sono garantiti i requisiti minimi”, ha continuato, “come, ad esempio, la capacità di identificare con assoluta certezza entro 24-36 ore la casistica sospetta, con una presenza pervasiva sul territorio”.

Bisogna riaprire per fasi: riaprire parzialmente quando ci saranno condizioni minime e poi a distanza di un paio settimane procedere con aperture successive in modo da poter contenere l’eventuale nuovo focolaio epidemico”, ha aggiunto.

La fase 2 durerà a lungo”: a dirlo è  stato è stato il fisico Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston. “Non possiamo immaginare una guerra vinta perché avremo altre battaglie e non dobbiamo pensare di poter tornare alla normalità piena in luglio o agosto: è un processo che vedo per i prossimi 6-8 mesi,” conclude Vespignani.

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