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Un network che riunisce tutte le organizzazioni attive contro la violenza di genere e persone singole.

Bergamo, 4 gennaio 2024 – È nata laRete bergamasca contro la violenza di genere”: network spontaneo che si è costituito informalmente in occasione della manifestazione svoltasi il 24 novembre in città, cui hanno aderito molte persone, nata anche sull’onda del dolore e dell’indignazione suscitati dal femminicidio di Giulia Cecchettin.

Collaborazione delle organizzazioni territoriali

La Rete si presenta ora ufficialmente alla collettività: un organismo informale e flessibile, privo di firme e sigle, che vede collaborare tutte le organizzazioni territoriali che già lavorano sul tema della violenza sulle donne e di genere, perciò associazioni e gruppi, oltre a molte persone singole decise ad impegnarsi per combattere la violenza sistemica e diffusa in tutto il mondo, in Italia e anche nelle nostre città e provincia.

Femminicidi in Italia nel 2023: i numeri

Sono stati 113 i femminicidi in Italia nel 2023: 113 donne uccise dalla violenza maschile. Il termine “femminicidio” non indica chi viene uccisa ma la ragione per cui viene uccisa, significa perciò che le donne vengono uccise proprio in quanto donne. Quindi la perdita, da parte del femminicida, del possesso e del controllo della vita di una donna. 

Cultura violenta e patriarcale

Oltre ai femminicidi, punta dell’iceberg di una cultura violenta e patriarcale che si esprime in molti modi, esistono numerosi casi di violenza di genere, diretta e indiretta: violenza fisica, psicologica, economica. Violenza che si esprime tra le mura domestiche, nelle relazioni affettive, nei luoghi di lavoro, per strada, attraverso forme di informazione, comunicazione e rappresentazione non rispettose delle soggettività, oltre che nelle stesse istituzioni e negli ospedali, dove non è garantito il diritto all’interruzione di gravidanza, perciò alla libertà di scelta delle donne sul proprio corpo, a causa della disinformazione su servizi e procedure, oltre che dell’alto numero di medici obiettori di coscienza.

Molestie e discriminazioni a Bergamo e provincia

Anche a Bergamo e provincia sono tanti i casi di molestie e discriminazioni: solo nel 2023 i Centri Antiviolenza di Bergamo e provincia hanno ricevuto complessivamente più di 1.160 richieste d’aiuto. Ed è, purtroppo, provato dalle statistiche locali che solo una piccola parte delle persone che subisce violenza trova il coraggio di denunciare.

Strumenti di consapevolezza degli operatori

In diversi settori pubblici resta molto da fare, sia in termini di formazione e educazione all’affettività che in termini di incremento degli strumenti e della consapevolezza degli operatori che sono chiamati ad agire. In primis forze dell’ordine e apparato giudiziario, che troppo spesso ancora sottovalutano e non supportano adeguatamente chi denuncia (lo dimostra il caso recente di Vanessa Ballan, uccisa dal suo stalker già denunciato), scoraggiando così le azioni legali di chi avrebbe bisogno di protezione.

Iniziative della Rete bergamasca contro la violenza di genere

Le iniziative della Rete bergamasca contro la violenza di genere sono state comunicate, oggi, in conferenza stampa presso il Comune di Bergamo, con interventi di Sara Modora, Iris Fabbi e Sara Agostinelli. La Rete non ha portavoce ufficiali, nelle comunicazioni si alterneranno, di volta in volta, diverse persone, per rappresentare in modo adeguato l’anima ricca e multiforme che compone questo nuovo soggetto.

Nella foto: un momento della conferenza stampa di oggi a Palafrizzoni.

Dal prossimo lunedì 8 gennaio, la Rete bergamasca contro la violenza di genere sarà in piazza ogni mese, con una presenza fissa ogni giorno 8, alle ore 18 in Largo Rezzara (Piazza Pontida): occuperemo lo spazio pubblico

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