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Sembra proprio che a ogni crisi di Governo o incertezza della politica in Italia aumentino gli sbarchi di migranti a Lampedusa provenienti dalla Libia. E non solo: si verificano anche incendi a Roma e Milano. Si tratta di “strategia della tensione?”

Bergamo, 30 luglio 2022 – Sembra che dietro ci sia la mano di qualcuno che vorrebbe dare il colpo di grazia alla democrazia del nostro Paese con una sorta di “strategia della tensione” (destabilizzazione e disfacimento degli equilibri precostituiti) per convincere le masse a un cambiamento politico radicale. Come dire: “Qui ci vuole un governo più forte, più autoritario che garantisca l’ordine pubblico e metta fine agli sbarchi di clandestini!” Ciò è quello che pensa la stragrande maggioranza della gente che legge i giornali, segue la Tv di Stato e non si lascia abbindolare da quello che si legge nei social.

La strategia occulta di un capo di stato

Ma di chi può essere l’interesse a destabilizzare l’Italia e le altre nazioni dell’Unione Europea? E’ presto detto: qualcuno che vorrebbe che l’Occidente togliesse le sanzioni al suo Paese ricorrendo a strategie subdole con attacchi informatici da parte di hacher a siti istituzionali occidentali; con finanziamenti elargiti a movimenti politici estremisti e populisti; con l’incentivazione degli sbarchi di migranti sulle coste della Sicilia.

Il tentativo del ministro degli Esteri Luigi Di Maio

A contrastare le intenzioni di tale individuo ci aveva pensato, e bene, il Governo Draghi inviando in Libia, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio per riportarla al fianco dell’Europa e stringere con essa un accordo sulle migrazioni come quello stipulato con la Turchia per la rotta balcanica.

Gli sbarchi partono dal fronte Sud libico

L’intenzione del Governo italiano era proprio quella di non incentrare esclusivamente il controllo della frontiera marittima, ma includere anche quello degli ingressi irregolari dalla frontiera Sud della Libia. Tutto questo, naturalmente, nel pieno rispetto degli standard internazionali e dei diritti umani. La cosa più importante, però, che non è stata presa in considerazione riguarda proprio il fronte Sud libico, ovvero quello del deserto di Fezzan, povero e controllato dalle milizie (finanziate da Russia ed Emirati), da dove partono gli sbarchi, e da quelle del generale Haftar che ha scatenato conflitti contro l’esercito regolare libico.

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