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Ieri ha avuto luogo, a Palazzo Chigi, la riunione del Consiglio dei ministri sotto la presidenza del primo ministro, Giuseppe Conte. Ordine del giorno della riunione la proposta del “Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”.

Roma, 13 Gennaio 2021 – Dopo una lunga discussione, durata più di due ore e mezzo, Il Consiglio ha approvato, all’unanimità, tale proposta che sarà inviata, per acquisire le opportune valutazioni, alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica.

Piano nazionale di ripresa e resilienza

Il Piano dovrà rendere attuabile, in Italia, il programma europeo “Next Generation EU” presentato dall’Unione europea e completare il “Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-’27” per porre rimedio alle conseguenze sia economiche che sociali causate della pandemia da COVID-19.

Obiettivi di rilancio dell’Italia

L’obiettivo di rilancio del nostro Paese è fondamentalmente connesso a tre elementi strategici che sono stati condivisi dai Paesi partners europei: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.

L’ecologia e il digitale rappresentano, al giorno d’oggi, due elementi che richiedono la sinergia tra pubblico e privato.

Il Piano, in parola, quindi, dovrebbe consentire di far fronte , in maniera risolutiva, ai cambiamenti imposti da tali elementi.

Contrasto discriminazioni di genere e aumento prospettive occupazionali

Nel Piano sono state prese in considerazione anche innovazioni mirate ad affermare il ruolo della donna, a contrastare ogni discriminazioni di genere, aumentare le prospettive occupazionali delle nuove generazioni al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno.

Ecco le sei aree tematiche strutturali di intervento:

– digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;

– rivoluzione verde e transizione ecologica;

– infrastrutture per una mobilità sostenibile;

– istruzione e ricerca;

– inclusione e coesione;

– salute.

La strategia del Governo definisce sedici componenti funzionali per realizzare gli obiettivi economico-sociali, che si articolano, a loro volta, in 47 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti.

Risorse finanziarie del Piano

Finanziamento dei progetti. Sono circa 210 miliardi di euro le risorse complesse destinate al PNRR; 144,2 miliardi serviranno a finanziare i “nuovi progetti” e 65,7 miliardi per impinguare i “progetti in essere”.

Investimenti pubblici

La quota degli investimenti pubblici supera il 70% (il Governo vuole incentivare le risorse destinate a tali investimenti); quella dei privati, invece, si avvicina al 21%.

Sono stati, inoltre, incentivate risorse, per circa 20 miliardi – con quelle del Fondo di sviluppo e coesione 2021-’27 non ancora programmate – per finanziare i nuovi progetti in settori strategici come quello della rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti e l’infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno.

Criteri selezione singoli progetti

Il Governo ha dato la precedenza ai progetti trasformativi, ovvero quelli a maggiore impatto sull’economia e sul lavoro. Tali criteri sono stati adottati anche per l’individuazione e la definizione dei “progetti in essere” e “nuovi progetti”. Per ogni missione sono state indicate, inoltre, le riforme necessarie a realizzarla nel modo più efficace.

Modalità e percentuale finanziamento sovvenzioni

Entro la fine del 2022 verrà impegnato il primo 70% delle sovvenzioni che dovrà essere speso entro il 2023. Il restante 30% per cento delle sovvenzioni dovrà essere speso tra il 2023 e il 2025, come prevede il Piano. Con l’obiettivo di mantenere il livello elevato di investimenti e altre spese, in confronto all’andamento tendenziale, i prestiti totali aumenteranno nel corso del tempo. Saranno sostenuti da sovvenzioni, nei primi tre anni, la maggior parte di investimenti e “nuovi progetti”. Nel periodo 2024-’26, viceversa, la quota maggiore dei finanziamenti per progetti aggiuntivi arriverà dai prestiti.

L’entità delle risorse previste nelle sei missioni, per progetti già in essere e quelli nuovi, si evincono dalla tabella qui sotto.

Ripercussioni positive del PNRR

Il Piano avrà ripercussioni positive sulle principali variabili macroeconomiche, sugli indicatori di inclusione, equità e sviluppo sostenibile attraverso i maggiori investimenti che attiverà, direttamente e indirettamente, e le innovazioni tecnologiche che introdurrà e stimolerà. Tali effetti saranno incentivati dalle riforme settoriali inserite nelle singole componenti del Piano. Una valutazione del risultato complessivo di investimenti, trasferimenti, incentivi e riforme, nonché dell’effetto moltiplicativo, potrà essere effettuata quando tutti i dettagli dei progetti saranno pienamente definiti.

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