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Lo scorso 16 dicembre, AGENAS, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ha bocciato la riforma Maroni del 2015, mettendo in seria discussione il modello lombardo così come concepito da Formigoni.

Milano, 18 dicembre 2020 – ANAAO-ASSOMED Lombardia, il più rappresentativo sindacato medico e della dirigenza sanitaria, ha da anni posto l’accento sulle criticità del sistema voluto da Formigoni e ‘riformato’ da Maroni. Nel corso di questi ultimi due anni, e da ultimo nel convegno ‘Servizio sanitario regionale lombardo: una riforma da riformare?‘ del 28 ottobre scorso, l’associazione dei medici lombardi ha più volte dichiarato che “il Servizio Sanitario Regionale lombardo non riesce a garantire prestazioni adeguate sul territorio, in termini di presa in carico dei cronici, di appropriatezza delle prestazioni, di coordinamento tra ospedale e distretti, di programmazione e di controlli.”

Separazione tra erogatori e programmatori

Ora AGENAS, con parole certamente più pacate, ma non meno efficaci, certifica un sostanziale fallimento delle buone intenzioni della riforma di Maroni e addirittura affonda la lama su alcuni “mantra” del sistema formigoniano, quali la separazione tra erogatori e programmatori, base per la concorrenza e la libera scelta dei cittadini. Inoltre,

– si certifica come la riforma non abbia causato nel breve e medio periodo una modifica del complessivo livello di servizio e della qualità del sistema sanitario lombardo;

– si afferma che la frammentazione dell’impianto di governance porta a uno sfilacciamento della catena del comando e a una risposta non coordinata, da parte degli erogatori del sistema, ai bisogni di salute della popolazione;

– si ripete ancora una volta che la separazione delle funzioni di governo da quelle di erogazione (tra ATS e ASST) delle attività territoriali si traduce in un coordinamento delle stesse non pienamente efficace;

– si conclude che la competizione tra ASST ed erogatori privati accreditati (alcuni dei quali con rilevanza nazionale oltre che locale) genera difficoltà nell’assegnazione del budget, nel controllo delle prestazioni erogate, e nel garantire omogeneità nella qualità dei servizi, nonché determina l’esigenza di ricondurre l’offerta privata ad una maggiore funzionalità rispetto alla programmazione regionale, finalizzandola a soddisfare il fabbisogno di assistenza rilevato a seguito di un’analisi della domanda e del livello di soddisfazione della stessa.

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