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Il 50% delle 1.890 famiglie bergamasche che ha fatto richiesta di buoni spesa ha da due a tre figli minorenni in casa.

 

20 aprile 2020 – L’Amministrazione di Bergamo, che è stata la prima ad attrezzarsi per far fronte alle richieste della cittadinanza sul tema dei buoni spesa, ha speso l’intero ammontare del fondo governativo destinato al capoluogo orobico per sostenere le famiglie bisognose nell’emergenza COVID19.

“Anzi, siamo riusciti a destinare anche extra fondi grazie a omaggi superiori a 20 mila euro da parte delle ditte che gestiscono i buoni pasto, spiega Marcella Messina (in foto), assessora alle Politiche Sociali. Beneficiari dei buoni spesa in città sono stati cittadini privi di occupazione non destinatari di altri sostegno economico pubblico; partite Iva e altre categorie non comprese dai dispositivi attualmente in definizione a livello ministeriale; soggetti con reddito dicittadinanza, attualmente sospeso, revocato o decaduto; nuclei familiari numerosi (5 componenti); nuclei monogenitoriali; anziani soli con pensione minima o in assenza di pensione; nuclei che a seguito del COVID19 si trovano con conti corrente congelati o nella non disponibilità temporanea dei propri beni e che non possiedono strumenti di pagamento elettronici; nuclei con disabili in situazione di fragilità economica.

“Visto che per primi ci siamo organizzati per rispondere a questa esigenza forte”, continua Messina, “le nostre linee sono state intasate da chiamate che sono venute da tutto il nostro Paese, non solo dai comuni limitrofi. Cittadini che hanno chiamato da Salerno, Napoli, Roma, Torino, Milano, Reggio Calabria, a dimostrazione che abbiamo lavorato al meglio per comunicare le nostre disponibilità, ma anche che il virus ha generato una diffusa condizione di emergenza economica a cui servono risposte concrete e soprattutto immediate.”

Distribuiti con la carta prepagata ‘Soldo’ oltre 100 mila euro

Il Comune ha lavorato su strumenti differenziati, predisponendo carte prepagate (tra le quali la carta Soldo che consente acquisti in tutti gli esercizi) per oltre 100 mila euro, carte che sono state consegnate dai volontari direttamente ai beneficiari del buono spesa; ha preso accordi con la grande distribuzione (Coop, Esselunga, Carrefour, Eurospin, MD, Auchan, Despar) per quasi 150 mila euro di spesa; ha lavorato per ottenere 250 mila euro in buoni pasto (Pellegrini, Edenred, Amilon) e con la Cooperativa Totem per dei pacchi di prodotti igienici.

In questo quadro, il valore medio del buono spesa è di circa € 300/350 e l’80% delle richieste sono pervenute da famiglie non conosciute o in carico ai servizi sociali. Il 50% dei richiedenti è costituito da famiglie con figli minorenni, sul totale delle famiglie con minori di cui, circa il 60%. ha 2 o 3 figli. Il 6% delle richieste appartiene alla categoria delle famiglie monogenitoriali. Nella fascia degli anziani che hanno richiesto il buono spesa, il 51% vive da solo.

“Risulta evidente il fatto che le situazioni di fragilità”, aggiunge Messina, “andranno a moltiplicarsi nelle prossime settimane, a causa del lockdown che ha colpito soprattutto i lavoratori con contratti precari o già in situazioni più delicate. Da questo punto di vista, la raccolta di risorse nell’ambito del Fondo di Mutuo Soccorso della città di Bergamo potrà rappresentare una risposta importante e concreta alle esigenze dei nostri concittadini,” conclude l’assessora.

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