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All’ospedale bergamasco sono stati attivati 80 posti di Terapia intensiva  e 350 posti di ricovero fra l’ospedale di Bergamo e quello di San Giovanni Bianco, esclusivamente per pazienti positivi al coronavirus.

 

Bergamo, 14 marzo 2020 – «Al Papa Giovanni con i nostri medici, infermieri,  tecnici si continua a combattere contro l’emergenza in un’autentica lotta contro il tempo», dichiara Maria Beatrice Stasi, direttore dell’omonimo spedale. «La possibilità di creare ulteriori posti è subordinata alla disponibilità di personale, soprattutto infermieristico, perché i nuovi ingressi attraverso i canali di reclutamento attivati dalla ASST e da Regione, seppur con un enorme sforzo organizzativo e assoluta tempestività nelle procedure, non ci consentono al momento di ampliare ulteriormente la capacità assistenziale.
Positivo invece il trend dei trasferimenti, che da giovedì a domenica 15 consentirà di collocare in altre strutture 39 pazienti. Nella fase di attivazione della centrale operativa regionale», prosegue la dirigente, «su questo tema la nostra ASST ha avanzato alcune proposte operative per accelerare il trasferimento di pazienti non critici, prevedendo anche il coinvolgimento delle strutture sociosanitarie –  ad oggi le uniche che dispongono di personale sanitario – e siamo fiduciosi che il loro contributo possa contribuire ad alleggerire l’enorme pressione che oggi c’e sui nostri ospedali.
Un altro dato importante è la formazione interna,  che ha raggiunto ormai oltre 2.300 persone, operatori di altri reparti che si stanno mettendo a disposizione per assistere i pazienti positivi al Covid 19.
La solidarietà che stiamo ricevendo è tanta», aggiunge,  «direi che è una gara fra il nostro personale che sta mettendo tutto se stesso in questa battaglia e i bergamaschi, ma non solo, che ci stanno aiutando consegnando attrezzature e dispositivi, spesso dall’estero, oltre che donazioni in denaro.
Voglio davvero ringraziare tutti di cuore e ricordare che la cosa più importante che i cittadini devono fare per aiutarci è rispettate rigorosamente – “senza se e senza ma” -l’indicazione di restare a casa. “Fermiamolo insieme” e “Io resto a casa” devono restare le nostre parole d’ordine.» conclude.

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