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Tutta la sanità provinciale, associazioni, sistema dei Comuni e quello sociale insieme, per risolvere il problema delle code al pronto soccorso: l’ambizioso progetto di ATS Bergamo è stato presentato ieri pomeriggio nella sede di Via Gallicciolli.

 

Bergamo, 16 ottobre 2019 – Oltre a Massimo Giupponi, direttore generale e Carlo Alberto Tersalvi, direttore sanitario dell’Agenzia di Tutela della Salute, erano presenti i rappresentanti dei medici di Medicina generale e dei pediatri di famiglia, cooperative di medici di Medicina generale gestori di PIC, l’Associazione parkinsoniani, la Fondazione Carisma, la Fondazione Rota Onlus, il Centro Servizi Volontariato, Areu, Cittadinanza attiva, IOB Policlinico San Pietro, IOB Policlinico San Marco, Humanitas Gavazzeni, Habilita, Casa di Cura San Francesco, Ferb Onlus, AAT-118BG e le tre ASST (Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest).

“Il tema è critico – ha spiegato il direttore generale di ATS Bergamo, Massimo Giupponi – e su di esso il nostro sistema ha deciso di lavorare seguendo un ben preciso schema di governance che vede coinvolta l’ATS con la partecipazione del Consiglio di rappresentanza dei sindaci, l’Ordine dei Medici e l’Ordine delle Professioni infermieristiche della provincia di Bergamo. Il Gruppo di Miglioramento coinvolge associazioni del mondo del volontariato sociale e dei servizi, nonché i diversi attori del sistema sanitario e sociosanitario del territorio bergamasco. Il problema è talmente complesso – ha proseguito Giupponi – che richiede la partecipazione convinta degli attori direttamente o indirettamente coinvolti nel sistema delle emergenze urgenze e che possono svolgere un ruolo attivo nella individuazione e realizzazione di azioni di miglioramento. Dobbiamo essere consapevoli – ha aggiunto – che nessuno può gestire questo tipo di problema nella propria struttura e in solitaria. Serve un’azione corale. Così come è evidente che il meccanismo funzionerà se tutti si sentiranno parte integrante della rete, se faranno proposte sostenibili e se si assumeranno la loro quota parte di responsabilità”.

Il direttore sanitario Carlo Alberto Tersalvi ha chiarito gli obiettivi: “Cercare di rispondere in modo adeguato alle necessità del territorio, migliorando le performance assistenziali del PS e rispondendo ai picchi di iperafflusso. Se riusciamo ad affrontare la questione complessivamente, badando a tutti i punti di vista – ha continuato – possiamo cercare di trovare risposte corrette dove ciascuno è chiamato a fare il suo pezzo con libertà ma anche con responsabilità. Ci aspettiamo contributi fattivi”.

Ha spiegato il metodo, Isabella Trezzi di ATS Bergamo: “Individuare almeno dieci azioni di miglioramento da mettere in campo in 45 giorni. Le proposte dovranno pervenire dai vari attori all’Agenzia di Tutela della Salute entro il 24 ottobre, poi in tre successive riunioni a ottobre, novembre e dicembre si passerà alla scelta delle più valide e alla loro messa in pratica, monitorando costantemente lo stato di avanzamento”.

I primi punti critici già emersi nella riunione di ieri sono gli accessi impropri, che letteralmente invadono e intasano i PS, e le problematiche relative alla collocazione di parte dei pazienti in uscita, quando gli stessi non possono tornare al loro domicilio.

Le dichiarazioni

Maria Carla Marchesi, presidente Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci: “Per noi è significativo essere presenti oggi: questo è finalmente un momento nel quale si concretizzano i principi della riforma sociosanitaria lombarda secondo la quale le rappresentanze dei Comuni, e quindi il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, svolgono un ruolo programmatico anche nel prendersi cura dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi sanitari, base essenziale per il benessere delle comunità locali”.

Guido Marinoni, presidente Ordine dei Medici: “Gli ordini professionali vengono coinvolti in termini di governance – ha spiegato – come prevede la legge 3/2018, che ne definisce il ruolo di ente sussidiario dello Stato e quindi li coinvolge in termini di programmazione. Partiamo dal tema più difficile, da quello più impegnativo, con la consapevolezza che l’impossibilità di risolvere tutti i problemi deve essere da stimolo per la ricerca di soluzioni intermedie utili al miglioramento. Dobbiamo trovare soluzioni che competono non solo a noi, ma anche proposte da fornire al livello regionale e nazionale. E’ una responsabilità che ci deve coinvolgere tutti e le soluzioni sono da trovare insieme. Dichiariamo conclusa l’epoca in cui i soggetti, a vario titolo coinvolti – ha aggiunto – svolgevano un ruolo autoreferenziale. La condivisione delle scelte di programmazione rappresenta il passo metodologicamente corretto per contribuire a risolvere i problemi. La professione medica, protagonista dell’assistenza prima, durante e dopo il passaggio del cittadino in pronto soccorso, è lieta di fornire il proprio contributo istituzionale ”.

Gianluca Solitro, presidente Ordine delle Professioni infermieristiche: “Come Ordine delle Professioni infermieristiche – ha ammesso – è un onore essere protagonisti della governance e un grande obiettivo professionale. Partiamo con un tema arduo; all’accesso delle persone in PS l’infermiere è il primo punto di riferimento per gli assistiti. E’ giusto che ci sia una sinergia. Apprezziamo questo inizio di collaborazione con tutti per portare avanti un risultato che potrebbe essere qualcosa di eccezionale, ma assolutamente dovuto ai nostri cittadini!”, ha concluso.

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