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Dopo l’incontro con i vertici di Ateneo, il capo dipartimento, accompagnato da Morzenti Pellegrini, ha incontrato, presso la sede di via Caniana, la senatrice Alessandra Gallone e Massimo Giupponi, direttore generale di Ats Bergamo.


Bergamo, lunedì 1° aprile 2019 – Questa mattina, il rettore Remo Morzenti Pellegrini, i prorettori, il direttore generale e i direttori dei 7 dipartimenti dell’Università degli studi di Bergamo hanno ricevuto Giuseppe Valditara, capo dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Quella di Valditara segna la prima visita di un capo dipartimento del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca nella storia dell’Ateneo bergamasco. Un’occasione unica per raccontare un sistema universitario solido, ben connesso con il territorio, distintosi sul piano lombardo e nazionale, con progetti di respiro internazionale. Un Ateneo dunque di eccellenza pronto per un nuovo salto di qualità.

«Apprezzo molto il lavoro che sta facendo il rettore con cui c’è un dialogo eccellente – ha detto Giuseppe Valditara –. Ritengo che la realtà bergamasca debba essere sostenuta perché rappresenta il meglio dell’Università italiana che deve investire nel ruolo internazionale per rappresentare un’eccellenza mondiale. Il grado di internazionalizzazione dell’Università di Bergamo deve crescere sempre di più – ha proseguito Valditara – perché dobbiamo espandere attraverso la ricerca anche il ruolo delle nostre imprese nel mondo. Dobbiamo creare rapporti sempre più stretti con altri paesi europei su progetti concreti di ricerca, in particolare sul tema strategico dell’intelligenza artificiale, sviluppando interscambio e relazioni che rafforzino il nostro paese nel dialogo all’interno della UE. Bergamo – ha concluso – può svolgere un ruolo significativo in questa diplomazia della ricerca».

L’Università ha raggiunto ottimi risultati in termini di qualità della didattica, riconoscimenti della ricerca e bilanci, di spazi per gli studenti, rientrando tra i più alti ranking internazionali. Uno studente su due approda all’Ateneo da fuori provincia e in molti casi anche da fuori regione: a Bergamo trova una città accogliente, servizi collaterali, spazi più che dignitosi e un’offerta formativa al passo con i tempi.

Durante la visita, il capo dipartimento ha visto da vicino i grandi passi compiuti negli ultimi anni dall’Università di Bergamo in termini di didattica, ricerca e terza missione. Sette progetti PRIN (Progetti di Ricerca d’Interesse Nazionale) attivi, 29 progetti internazionali dal 2015, 25 progetti Regione Lombardia dal 2015, 26 progetti da altri bandi competitivi dal 2015. 340 professori e ricercatori, 90 assegnisti di ricerca, 200 visiting scholar & professor, 230 dottorandi. 5.000 pubblicazioni scientifiche indicizzate in Scopus, 20.700 prodotti nell’archivio istituzionale di Ateneo, 11% pubblicazioni open access, 1.200 pubblicazioni scientifiche l’anno (anno 2017), 35 brevetti depositati con inventori UniBg, 11 spin-off e 27 start-up.

Questi i numeri della ricerca che affiancano in parte la Terza Missione dell’ateneo. La Terza Missione, infatti, secondo le linee guida ANVUR, consta di due ambiti principali: la valorizzazione della ricerca e la produzione di beni pubblici di natura sociale, educativa e culturale. Su quest’ultimo punto l’ateneo ha investito particolarmente nell’anno 2018: in occasione delle celebrazioni del 50° anno di attività sono stati organizzati 100 appuntamenti aperti al pubblico che hanno visto i docenti scendere dalle cattedre e trasmettere il proprio sapere a studenti, anziani, adulti e bambini, attraverso rassegna letterarie, cinematografiche, visite guidate e molto altro.

Sul fronte della didattica, l’Università, unica in Lombardia insieme al Politecnico di Milano, è sempre riuscita a corrispondere la borsa di studio a tutti gli idonei non esigendo interamente le quote della borsa in servizi, di cui si è assunta l’onere, ma destinando lo stanziamento all’erogazione del beneficio in denaro agli studenti bisognosi e meritevoli. E ancora: il programma “Top TEN Student Program” a favore degli studenti meritevoli, iscritti o che prendano iscrizione per la prima volta all’Università degli Studi di Bergamo, un programma di esenzione totale o parziale dal pagamento del contributo onnicomprensivo sino al 10% degli studenti iscritti alle lauree triennali, magistrali a ciclo unico e magistrali (che integrino i requisiti soggettivi di merito) e le esenzioni previste per i beneficiari di borsa di studio.

Anche questo nuovo anno accademico porta con sé diverse novità in termini di offerta formativa, con 1 nuovo corso e 4 nuovi curricula, e luoghi della didattica: dopo l’ampliamento degli spazi del dipartimento di lettere, filosofia e comunicazione, è il turno del campus di ingegneria.

«Stiamo vivendo un grande cambiamento – ha sottolineato il rettore Remo Morzenti Pellegriniiniziamo ora a raccogliere i frutti di un lavoro di qualità, concreto e di grande valore, che abbiamo costruito negli anni, nonostante le difficoltà del sottodimensionamento e sottofinanziamento. Crescono gli iscritti – ha continuato il rettore – la varietà di corsi e curricula, i numeri della ricerca e i servizi della didattica. Non possiamo fermarci: come chiediamo ai nostri studenti di puntare al massimo, di ragionare per obiettivi e non per traguardi, anche noi dobbiamo alzare l’asticella. Abbiamo il diritto di crescere e di avere tutti gli strumenti per farlo»

Nonostante l’Università degli studi di Bergamo goda di ottima reputazione internazionale, al 94° posto nella prestigiosa Young University Rankings, la classifica delle università mondiali di età pari o inferiore a 50 anni elaborata dalla rivista inglese Times Higher Education e nonostante la riconosciuta qualità della sua ricerca scientifica, come emerso dall’ultima valutazione dell’ANVUR, l’Ateneo si ritrova con un rapporto docenti, personale tecnico amministrativo, studenti tra i più bassi d’Italia: circa il 30% in meno di docenti e il 40% in meno di personale tecnico amministrativo rispetto ad altri atenei con lo stesso numero di studenti.

«Per fare il salto di qualità e puntare alla vera eccellenza abbiamo bisogno di investire ulteriormente nella crescita del nostro ateneo e per riuscirci serve il contributo di tutti. Vogliamo essere eccellenti per spiegare il sapere, per attrarre risorse, per avere giovani più preparati al lavoro», dichiarò il rettore poco meno di un anno fa sottoponendo ai politici bergamaschi il “caso Bergamo”, ovvero quello di un Ateneo virtuoso (indicatore di sostenibilità finanziaria al di sopra della media degli atenei italiani e un basso rapporto spesa-personale), ma sottofinanziato e sottodimensionato per via del blocco del turnover e della crescita costante degli iscritti.
Un Ateneo fino ad ora limitato nel salto di qualità dai meccanismi di assegnazione del fondo di finanziamento ordinario statale che penalizzano nuove assunzioni di personale docente e tecnico amministrativo, indispensabile per la sostenibilità e lo sviluppo offerta formativa. E una prima risposta è arrivata, lo scorso 14 marzo, con il via libera del
Ministro Bussetti al decreto relativo al Piano straordinario di assunzioni per ricercatori universitari senior (docenti che dopo 3 anni di didattica e ricerca possono passare al ruolo di professore associato), che porterà 1511 nuovi docenti negli Atenei, 15 dei quali saliranno in cattedra a Bergamo nel prossimo anno accademico. Primo step dell’iter di potenziamento del personale che vede nei prossimi 3 anni l’arrivo a Bergamo di 110 nuovi docenti e 80-90 assunzioni di personale ATA, appianando così la discrepanza tra personale e studenti.

In rettorato, Valditara ha poi incontrato la dirigenza del Conservatorio «Gaetano Donizetti», Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale, e Alessandra Pioselli direttore dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara.

L’Ateneo è ora in attesa, dopo il riconoscimento di “virtuosità” da parte del MIUR, di poter assumere grazie alle annunciate e imminenti “facoltà assunzionali” straordinarie.

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