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I soggetti con malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa) potrebbero avere una probabilità di sviluppare infarto miocardico aumentata di 12 volte rispetto alla norma.

MSD (Popular Science), 23 gennaio 2019 – Queste patologie infatti implicano un’infiammazione cronica o ricorrente del tratto gastrointestinale.
Per quanto l’infiammazione cronica sia stata collegata da lungo tempo ad un incremento del rischio di patologie cardiovascolari, il potenziale di patologie come morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa di portare all’infarto non era stato sinora compreso altrettanto bene, come affermato da Mahazarin Ginwalla dello University Hospitals Cleveland Medical Center, autore di uno studio su un database contenente cartelle cliniche relative a più di 29 milioni di persone, secondo cui le malattie infiammatorie intestinali dovrebbero essere considerate un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di cardiopatie.

I soggetti che ne sono affetti dovrebbero dunque essere monitorati attentamente per quanto riguarda i fattori di rischio cardiaco come fumo, obesità, ipertensione, diabete e colesterolo, tenendo conto che i momenti di maggior rischio si osservano durante le riacutizzazioni o la malattia persistente, ed esso invece diminuisce nei periodi di remissione.

E’ possibile che nei soggetti con malattie infiammatorie intestinali, l’infiammazione cronica possa portare ad aggregazione del sangue, e a un incremento dei coaguli nelle arterie, il che porterebbe all’infarto del miocardio.

I risultati del presente studio si aggiungono alle evidenze secondo cui i pazienti con malattie infiammatorie intestinali presentino un elevato rischio cardiovascolare, e debbano pertanto limitare gli altri fattori di rischio.

Fonte: Inflamm Bowel Dis online 2018

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