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La GdF di Varese ha  effettuato il sequestro di beni  per oltre 735.000 euro a rappresentante legale di una società, che ha emesso fatture false per circa 7 milioni di euro.

Gli illeciti tributari venivano effettuati tramite societa’ fittizie, le c.d. “cartiere”, intestate a prestanomi ma di fatto controllate dall’organizzazione criminale.

Varese, 16 giugno 2018 – La GdF di Varese, a eguito di una verifica fiscale eseguita nei confronti di una società locale che aveva utilizzato fatture per operazioni inesistenti per circa 7 milioni di euro, ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni riconducibili al principale indagato, rappresentante legale della predetta società, per un valore di circa 735.000,00 euro.
Le complesse indagini di polizia giudiziaria e tributaria, durante le quale sono state svolte alcune perquisizioni a Varese e in Piemonte, ha permesso di individuare un sodalizio criminoso finalizzato alla commissione di numerosi reati fiscali, tra cui quelli di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti tramite società fittizie: le c.d. “cartiere”, intestate a prestanomi ma di fatto controllate dall’organizzazione, dedite all’interposizione in rapporti commerciali tra attori economici realmente esistenti. Infatti, tali cartiere acquistavano i prodotti, già individuati dagli acquirenti finali (che fornivano anticipatamente il denaro), in esenzione IVA, grazie a false dichiarazioni di intento, mentre la merce veniva poi direttamente spedita all’acquirente reale.
Il sistema fraudolento posto in essere, facendo risultare fittiziamente l’interposizione della società cartiera, consentiva di acquistare le merci a prezzi inferiori, generando un ingente credito I.V.A., indebitamente portato in compensazione.
L’attività di servizio è proseguita quindi nei confronti di una società del varesotto, operante nel settore delle materie plastiche, risultata essere il principale acquirente della società cartiera.
E’ stato accertato che oltre il 90% degli acquisti della stessa era avvenuto per mezzo del fraudolento sistema, che generava un ingente risparmio dell’I.V.A. dovuta.
L’indagine delle Fiamme Gialle ha portato alla denuncia di quattro persone, fra cui il rappresentante legale della società “cliente”, per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti (F.O.I.), nonché alla richiesta di sequestro finalizzato alla confisca di beni nella disponibilità del rappresentante legale della società.
L’Autorità Giudiziaria procedente ha pertanto emesso un decreto di sequestro preventivo perequivalente fino a concorrenza dell’imposta dovuta, pari a circa 735.000,00 euro, che ha avuto ad oggetto disponibilità finanziarie giacenti nei c/c intestati all’indagato, quote societarie, immobili, terreni e autovetture, fra cui una Lamborghini Gallardo.
L’operato delle Fiamme Gialle costituisce una ulteriore attività a contrasto delle fenomenologie delittuose distorsive della concorrenza, della libertà di mercato e del sistema economico nel suo complesso, aggredendo i patrimoni illecitamente accumulati, a tutela delle imprese e dei professionisti che rispettano le leggi.

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