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Al fine di intimorire i finanzieri, il finto prete ha esibito la croce che indossava al collo minacciando di scomunica le fiamme gialle che, a suo dire, “stavano compiendo un sacrilegio”.

Se venduta al mercato nero la droga avrebbe fruttato alla criminalità organizzata circa 1 milione di euro.

 

 

 

Roma, 9 giugno 2018 – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno inferto un altro duro colpo al narcotraffico internazionale individuando, sotto le mentite spoglie del “prete missionario”, uno dei più insospettabili corrieri appartenente a un’organizzazione criminale dedita all’introduzione di sostanze stupefacenti nel territorio nazionale.

Presso lo scalo aeroportuale Leonardo da Vinci di Fiumicino, Le Fiamme Gialle del Gruppo di Fiumicino hanno fermato un soggetto di colore con tanto di vestito grigio e collarino da prete. Alle prime domande che i militari gli hanno fatto, il fantomatico uomo di chiesa dichiarava, con lo scopo di non destare sospetti: «...ho la cittadinanza americana e sono giunto a Roma, proveniente da Maputo (Mozambico), in transito dall’aeroporto di Lisbona (Portogallo), reduce da un impegnativo viaggio missionario».

Nel corso del controllo dei documenti, gli agenti della GdF scoprivano come la sua vera cittadinanza fosse in realtà nigeriana e che era in possesso solamente di una semplice richiesta di cittadinanza statunitense, mai accolta, che doveva servire esclusivamente ad indurre in inganno i militari.

Nel corso dell’ispezione dei bagagli al seguito del “finto prete”, questi tentava un’ultima strategia per farla franca: al fine di intimorire i finanzieri, ha esibito la croce che indossava al collo, accompagnando il gesto con la minaccia di “scomunica” nei confronti delle fiamme gialle che, a suo dire, “stavano compiendo un sacrilegio”.

I sospetti dei finanzieri trovavano riscontro quando, all’interno dell’imbottitura della borsa porta computer, scoprivano, in appositi doppifondi, circa tre chilogrammi di eroina purissima, destinata ad alimentare il mercato del litorale romano.

Questo è un periodo in cui in l’Italia, compresa tutta l’Europa, arrivano grossi quantitativi di droga provenienti dal fertile mercato dell’Africa occidentale (Ghana e Costa d’Avorio),dove sono nati gruppi armati dediti a tale commercio, ma le ultime basi di smistamento verso l’Europa sono quelle del Marocco e della Libia.

Tale problema pone l’attenzione sulla recrudescenza di un fenomeno sempre più preoccupante, ovvero il ritorno al consumo dell’eroina, la cosiddetta droga dei poveri”, in quanto il costo molto basso, anche 20 euro per una dose da 1 grammo e addirittura 5 euro per una monodose da 0,1 grammo, ne favorisce la diffusione soprattutto tra i più giovani. L’eroina sequestrata avrebbe consentito alle organizzazioni criminali di immettere sul mercato circa 25.000 dosi che avrebbero garantito ai trafficanti guadagni per oltre 1 milione di euro.

L’operazione della Guardia di Finanza di Roma conferma il suo peculiare impegno nei confronti dello Stato italiano, e a tutela dei cittadini, per il contrasto di ogni forma di criminalità.

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