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L’ospedale Papa Giovanni XXIII ha aderito alla terza edizione dell’iniziativa “H-open day”, dedicata alle donne che soffrono di disturbi psichici, neurologici e del comportamento, organizzata dall’Osservatorio nazionale per la salute della donna (ONDA).

Anche quest’anno il “Papa Giovanni XXIII” è sceso in campo per la Giornata mondiale della salute mentale. Il 10 ottobre 2016, nel corso della Conferenza tenutasi presso l’aula 4 dell’Hospital street, gli specialisti (psichiatri, psicologi e tossicologi), hanno trattato, in maniera eloquente, il tema in questione relativo ai disturbi mentali più spesso associati alla gravidanza, come intercettarli e curarli in maniera efficace, per non mettere a repentaglio la salute sia delle mamme sia quella dei bambini e la serenità dell’intero nucleo familiare. Fino alle 16 del c.m. le donne in gravidanza e nel post partum potranno, se lo volessero, sottoporsi a colloqui clinici e a test di screening gratuiti. Tali specialisti dell’ASST Papa Giovanni XXIII vantano una lunga esperienza del Centro bergamasco dove nascono più di 4 mila bambini ogni anno, con un Dipartimento di salute mentale che offre servizi specialistici in tutte le fasi della malattia, sede di un servizio di informazione sul farmaco in gravidanza e in allattamento – a cui si rivolgono donne da tutta Italia per capire se e come è possibile assumere farmaci senza far male al bambino – e che dall’inizio di quest’anno, con la nascita dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale, gestisce anche i consultori di Bergamo, della Valle Brembana e della Valle Imagna. Proprio nei consultori ha preso avvio lo scorso anno il progetto “Salvagente mamma”, promosso da ATS Bergamo, con l’intento di intercettare le donne che potrebbero soffrire di depressione post parto o che già sono alle prese con questo disturbo, che può trasformare uno dei momenti più belli della vita di una donna in un tunnel da cui è possibile uscire solo con un supporto professionale adeguato. n totale con questo progetto sono già state sottoposte allo screening 965 neomamme. In 92 casi il questionario compilato ha messo in evidenza alcune difficoltà e le donne sono state contattate per un colloquio. 42 sono state prese in carico dalle psicologhe del consultorio con sedute di psicoterapia. L’evento è stato organizzato in occasione della terza edizione dell’iniziativa “H-open day”, dedicata alle donne che soffrono di disturbi psichici, neurologici e del comportamento e organizzata dall’Osservatorio nazionale per la salute della donna (ONDA), con l’obiettivo di avvicinare le donne alle cure e superare lo stigma che ancora aleggia sulle patologie psichiche, che rappresentano uno dei principali problemi di salute pubblica. Essendo presenti alla conferenza abbiamo avvicinato alcuni relatori, tra i quali Greta Petrilli, psicologa e psicoterapeuta al “Matteo Rota”, nonché ricercatrice al Giovanni XXIII, alla quale abbiamo chiesto: Come avviene l’accesso al vostro ambulatorio del “Matteo Rota” delle donne che presentano disagi durante il periodo post-parto? “L’accesso può avvenire spontaneamente o su indicazione del medico curante o spesso su consiglio del ginecologo e/o dell’ostetrica, i quali nel corso della gravidanza si rendono conto della presenza del disagio che affligge la gestante, oppure, ancora, durante il controllo dei 40 giorni dopo il parto e, infine, quando avengono le vaccinazioni. Per quanto riguarda l’ambulatorio – continua la psicologa – esso è così organizzato: la gestante viene sottoposta a una prima visita psichiatrica nel corso della quale si valuta l’entità del disagio, se quest’ultimo non richiede un trattamento farmacologico oppure la donna in gravidanza o post partum e il suo compagno non acconsentono all’assunzione di terapia farmacologica, la terapia medesima non può essere assunta, in questo caso il percorso è prevalentemente psicoterapeutico. Io sono una delle psicoterapeute che seguono le donne in gravidanza – continua la psicologa – e nel post partum. Si tratta di sedute psicoterapeutiche settimanali e in alcuni casi anche due volte alla settimana. Nella psicoterapia si fa un lavoro psicoterapeutico sulla paziente, ed anche lavoro psicoeducativo su tematiche importanti , in gravidanza per esempio si affronta la tematica del parto elaborando le aspettative della donna per avere una visione realistica evitando l’impatto con la frustrazione del parto ideale e del post partum ideale”. Se il disagio invece prevede un intervento farmacologico, quest’ultimo potrebbe influire negativamente sulla salute del bambino? “Se il disagio richiede anche un intervento farmacologico, noi ci appoggiamo alla tossicologia (Centro Antiveleni), che è un servizio ben strutturato e funzionante all’interno di questa struttura ospedaliera, i cui operatori esprimono il loro parere circa la fattibilità della terapia farmacologica in gravidanza e nel post partum. Una volta che viene fatta una valutazione di questa possibilità, la paziente intraprende la terapia farmacologica e viene sempre monitorata dallo psichiatra a cui la stessa è in carico”. Come reagisce alle terapie la donna che non gode della vicinanza dei familiari? “Affrontiamo anche tematiche quali l’allattamento oppure la gestione dei supporti. Chi non ha i familiari vicino e non può godere del loro supporto, può organizzarsi con i servizi sul territorio. Il riposo della donna e la cura del bambino, sono aspetti importanti da trattare proprio in termini preventivi , proprio perché questi come altri sono stati in letteratura e nella realtà clinica e nella realtà di qualsiasi donna , come fattori di rischio . Tra le cause che contribuiscono all’insorgere di un psicopatologia c’è la familiarità con la psicopatologia stessa, ovvero se in famiglia qualcuno ha già sofferto di un disturbo psichiatrico, oppure la mancanza di sonno che ha un impatto negativo sull’umore e costituisce, altresì, un fattore scatenante della psicopatologia talvolta anche molto grave”. L’iniziativa di ONDA gode del patrocinio della Società Italiana di Psichiatria e della Società italiana di Neuropsicofarmacologia ed è resa possibile grazie al contributo incondizionato delle industrie farmaceutiche Angelini, Aon, Janssen, Lundbeck e Pfizer.

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