La polizia provinciale avvista un orso bruno in Val di Scalve

L’accertamento da parte della Polizia provinciale di Bergamo è scaturito dalla segnalazione di un apicoltore locale che ha trovato un’arnia completamente divelta con i telaini che contengono le covate e il melario “consumati” del miele e delle api che lo stavano producendo. Indizi inequivocabili del passaggio del plantigrado, che è prioritariamente vegetariano, ma non disdegna né il miele né la componente proteica che deriva dagli insetti: le api, appunto, ma anche formiche, lombrichi, vermi (in altri casi può cibarsi anche di fauna selvatica che trova sul territorio o di animali domestici, soprattutto ovicaprini, che talvolta è in grado di predare).

Avvistato un orso bruno, dalla polizia provinciale, in Val di Scalve. Si tratta di un giovane esemplare immortalato dalle fototrappole mentre si cibava di miele e api.

Bergamo, 17 giugno 2025 – L’ultimo avvistamento di un orso bruno risale a più di un anno fa, infatti l’anno scorso fu avvistato un esemplare sul confine tra la Valsassina e la Valtaleggio: l’orso bruno, quindi, fa la la sua comparsa sulle Orobie bergamasche, scegliendo, questa volta, la Valle di Scalve, in particolare l’incantevole conca dei Campelli, a Schilpario.

La segnalazione di un apicoltore locale

L’accertamento da parte della Polizia provinciale di Bergamo è scaturito dalla segnalazione di un apicoltore locale che ha trovato un’arnia completamente divelta con i telaini che contengono le covate e il melario “consumati” del miele e delle api che lo stavano producendo. Indizi inequivocabili del passaggio del plantigrado, che è prioritariamente vegetariano, ma non disdegna né il miele né la componente proteica che deriva dagli insetti: le api, appunto, ma anche formiche, lombrichi, vermi (in altri casi può cibarsi anche di fauna selvatica che trova sul territorio o di animali domestici, soprattutto ovicaprini, che talvolta è in grado di predare).

I rilievi degli agenti di Via Tasso

Immediato il sopralluogo degli agenti di Via Tasso che hanno effettuato i rilievi sul posto, certificando i danni subiti e posizionando una fototrappola al fine di individuare l’orso in caso di ritorno la notte successiva: evento puntualmente verificatosi, con l’animale immortalato e intento a consumare nuovamente le arnie che erano state risistemate dall’apicoltore.

La protezione dell’apiario con recinzione elettrificata

L’apiario è ora protetto da una recinzione elettrificata, al fine di dissuadere l’animale e prevenire nuovi danni: è stata ovviamente avviato l’iter documentale, la Polizia provinciale si adopera per fornire la modulistica e le indicazioni corrette, al fine di consentire all’apicoltore di ricevere doverosamente il risarcimento dei danni subiti da parte di Regione Lombardia.

Le indagini di laboratorio per mappare l’animale

Sono stati individuati e prelevati anche alcuni peli che consentiranno – mediante specifiche indagini di laboratorio – di “mappare” geneticamente l’individuo al fine di determinare la discendenza dal nucleo originario. Si tratta quasi certamente di un maschio sub-adulto allontanatosi dalle zone di riproduzione delle femmine in Trentino e che, dopo lunghi periodi di “erratismi” (possono durare diversi anni) in territori ampissimi lungo l’intero arco alpino centro-orientale, farà rientro una volta raggiunta la maturità sessuale partecipando di fatto all’espansione della popolazione.

Caratteristiche dell’orso bruno

L’orso bruno è un animale schivo, tendenzialmente di abitudini notturne e tende a evitare il contatto con l’uomo: prova ne è il fatto che in questi giorni nessuno ha segnalato avvistamenti né in Valle di Scalve, né nel resto della provincia.
La sua presenza, al pari di quella del lupo – ormai stabilmente insediatosi nella Orobie – non deve condizionare la possibilità degli escursionisti di frequentare la montagna e apprezzare l’elevato grado di biodiversità, sempre nel rispetto delle normali regole di convivenza tra uomo e mondo selvatico.

Picture of Antonio Casablanca

Antonio Casablanca

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