Fondazione Tettamanti e Ospedale Papa Giovanni XXIII uniti per combattere la “Leucemia linfoblastica acuta di tipo B”

L’approccio terapeutico con le CARCIK rappresenta un metodo terapeutico avanzato per trattare alcune tra le forme più aggressive di leucemia. I linfociti T, cellule del sistema immunitario, sono prelevati da un donatore compatibile con il paziente e modificati geneticamente in laboratorio affinché possano esprimere sulla loro superficie recettori artificiali (detti chimerici in quanto ibridi e non presenti in natura), proteine che funzionano come radar capaci di riconoscere, come elementi estranei e pericolosi, particolari bersagli sulle cellule tumorali (gli antigeni). Ciò permette alle cellule CAR di aggredire e uccidere le cellule malate, favorendo la secrezione di citochine, molecole essenziali per la risposta immunitaria.

La Fondazione Tettamanti e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII hanno trattato con le cellule CARCIK, i linfociti T modificati geneticamente per attaccare le cellule leucemiche di 36 pazienti con leucemia linfoblastica acuta di tipo B con ricaduta di malattia dopo il trapianto.

Bergamo, 4 aprile 2025 – Uno studio clinico condotto dalla Fondazione Tettamanti e dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha dimostrato l’efficacia e l’elevata tollerabilità delle cellule “CARCIK” ottenute da donatori sani, nel trattamento di 36 pazienti con leucemia linfoblastica acuta di tipo B con ricaduta di malattia dopo il trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore. Le CARCIK sono linfociti T modificati geneticamente in laboratorio affinché, una volta infusi nei pazienti, siano in grado di aggredire le cellule tumorali.

La rivista scientifica internazionale Blood Cancer Journal

Lo studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Blood Cancer Journal, ha messo in evidenza, in un campione di pazienti con una forma di leucemia altamente aggressiva e resistente a tutte le terapie disponibili, una remissione di malattia nell’83% dei casi, con una sopravvivenza generale del 57% a un anno dal trattamento (del 32% libera da malattia).

Enti sostenitori della ricerca

La ricerca, resa possibile anche grazie al sostegno di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, Ministero della Salute, Agenzia Italiana del Farmaco e Regione Lombardia, rappresenta un ulteriore passo in avanti nel trattamento delle leucemie attraverso le cellule CARCIK (Chimeric Antigen Receptor Cytokine Induced Killer), al cui sviluppo la Fondazione Tettamanti lavora dal 2015.

Il trattamento con cellule CARCIK

L’approccio terapeutico con le CARCIK rappresenta un metodo terapeutico avanzato per trattare alcune tra le forme più aggressive di leucemia. I linfociti T, cellule del sistema immunitario, sono prelevati da un donatore compatibile con il paziente e modificati geneticamente in laboratorio affinché possano esprimere sulla loro superficie recettori artificiali (detti chimerici in quanto ibridi e non presenti in natura), proteine che funzionano come radar capaci di riconoscere, come elementi estranei e pericolosi, particolari bersagli sulle cellule tumorali (gli antigeni). Ciò permette alle cellule CAR di aggredire e uccidere le cellule malate, favorendo la secrezione di citochine, molecole essenziali per la risposta immunitaria.

Andrea Biondi, Direttore scientifico della Fondazione Tettamanti, sottolinea: “Questo studio è il risultato di un percorso di ricerca accademico che in soli dieci anni ha permesso l’ideazione, lo sviluppo pre-clinico e la sperimentazione con successo sui pazienti di un nuovo approccio terapeutico per forme di leucemia molto aggressive negli adulti e nei bambini. La fondamentale collaborazione con enti autorevoli ed esperti in questo campo, come l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha consentito di raccogliere evidenze scientifiche significative a sostegno dell’efficacia e della tollerabilità delle CARCIK. Oggi la piattaforma tecnologica della Fondazione Tettamanti a Monza, tra le poche in Europa per la produzione di queste cellule geneticamente modificate, rappresenta una risorsa importante su cui puntare per l’innovazione in medicina a beneficio dei pazienti che non trovano risposta terapeutica nei trattamenti oggi disponibili. A conferma di ciò, le CARCIK sviluppate a Monza hanno ottenuto l’autorizzazione dall’Agenzia Italiana del Farmaco per la sperimentazione anche sui linfomi non Hodgkin di tipo B refrattari ai trattamenti e non candidabili a terapie con cellule CAR-T attualmente disponibili”.

Alessandro Rambaldi, Direttore del Dipartimento di oncologia ed ematologia dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e professore Ordinario di Ematologia all’Università Statale di Milano: “Nel corso degli ultimi anni, i risultati terapeutici nella Leucemia Acuta Linfoblastica hanno registrato progressi formidabili, che fortunatamente non si sono limitati ai pazienti pediatrici, ma si sono documentati anche in quelli di età superiore a 18 anni. Tuttavia, una quota ancora significativa di pazienti ha necessità di un trapianto di cellule staminali allogeniche dopo il quale, si deve ancora registrare una recidiva di malattia nel 20-40% dei casi. Questi sono i pazienti per i quali gli studi con cellule CARCIK allogeniche sono stati disegnati e condotti nel corso di questi anni e va sottolineato che prima del trattamento con cellule CARCIK tutti i pazienti erano ricaduti dopo uno o due trapianti allogenici (nel 25%). La terapia con cellule CARCIK ha ottenuto una remissione completa ematologica di malattia nell’83% dei pazienti e tra questi la risposta era molecolare nell’89%. Con un periodo di osservazione mediano di 2,2 anni la percentuale di sopravvivenza a 1 anno è stata del 57%. Nei 17 pazienti che prima della terapia sperimentale avevano ricevuto un solo trapianto allogenico e avevano ridotto la quota di malattia leucemica midollare sotto al 5%, la mediana di sopravvivenza non è stata ancora raggiunta e a tre anni è pari al 58%”.

1.300 articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali

Pediatrica (AIEOP), eseguendo negli oltre 400 bambini e adolescenti l’anno con diagnosi di Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA), le indagini molecolari necessarie per i protocolli di terapia. Coordina il lavoro di 38 tra ricercatori e studenti di dottorato e 19 tecnici e biologi. I ricercatori della Fondazione hanno contribuito alla pubblicazione di oltre 1.300 articoli su riviste scientifiche internazionali.

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Antonio Casablanca

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