L’intento del soggetto era quello di colpire i lupi; l’indagine ha preso avvio a seguito dell’avvelenamento di un cane, fortunatamente sopravvissuto.
Bergamo, 19 marzo 2025 – Il nucleo Ittico-Venatorio della Polizia Provinciale di Bergamo scopre un grave episodio di bracconaggio messo in atto da un soggetto in danno della fauna selvatica in Alta Valle Seriana.
L’accertamento, a seguito di informativa acquisita dagli agenti operanti sul territorio circa la presenza di esche e bocconi avvelenati posizionati lungo un sentiero della Valcanale, nel Comune di Ardesio, tra le località “Zulino” e “Monte di Zanetti”.
Il cane avvelenato dal boccone salvato da una struttura veterinaria
L’attività di indagine, promossa dagli agenti di Via Tasso, ha permesso di accertare, all’origine, l’avvelenamento di un cane che, dopo aver individuato e ingerito uno dei bocconi, ha manifestato tremori, vomito, spasmi e difficoltà di deambulazione: l’animale, tempestivamente ricoverato presso una struttura veterinaria privata, una volta diagnosticato l’avvelenamento riceveva le cure del caso che ne hanno consentito la sopravvivenza.
L’avvelenatore colto il flagranza di reato
Durante l’attività di indagine, monitoraggio e controllo del territorio, veniva intercettato e fermato in località “Monte di Zanetti”, a quota 1450 metri, un soggetto – residente in zona – colto in flagranza di reato, ovvero intento a posizionare nuovi bocconi avvelenati costituiti da esche alimentari intrisi del medesimo liquido viola/bluastro: la persona deteneva, inoltre, nel proprio zaino parti delle esche, guanti in lattice per la loro manipolazione e sacchetti in plastica con evidenti tracce ematiche di altre esche preparate e già posizionate.
La rimozione degli altri bocconi avvelenati
Il soggetto, colto di sorpresa, ammetteva subito le proprie responsabilità giustificando le proprie azioni come un atto di difesa nei confronti dei lupi.
Tale soggetto accompagnava poi gli agenti e il cane anti-veleno lungo il percorso in cui aveva disseminato altre esche avvelenate lungo un tratto di più di due chilometri; queste ultime venivano rimosse e poste sotto sequestro. Durante i controlli di rito effettuati presso l’abitazione del soggetto in parola, si procedeva, inoltre, all’individuazione e al sequestro di una boccetta in plastica contenente la rimanenza del liquido, molto probabilmente veleno, impiegato per la preparazione dei bocconi.
Il presunto avvelenatore risulta indagato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo per reati specifici in materia di tutela della fauna selvatica, uso di esche e bocconi avvelenati nonché per delitto tentato di uccisione di animali e maltrattamento.
La dichiarazione di Matteo Copia
“Si tratta di un gesto vile, ancorché illegale – afferma Matteo Copia (in foto), Comandante della Polizia Provinciale – che espone potenzialmente a gravi conseguenze numerose specie di fauna selvatica, appartenente anche a specie oggetto di particolare tutela dalla normativa nazionale e comunitaria, ma anche, come effettivamente avvenuto, la fauna domestica e animali d’affezione come i cani dei numerosi escursionisti che frequentano i territori delle Orobie bergamasche”.
Esame di laboratorio per determinare la sostanza velenosa
Le indagini da parte della Polizia Provinciale proseguono mediante le attività delegate dalla Procura: in particolare il Sostituto Procuratore titolare del fascicolo ha disposto specifici esami di laboratorio, per il tramite dell’Istituto Zooprofilattico di Bergamo, al fine di determinare con certezza la sostanza velenosa impiegata per la costituzione delle esche avvelenate.