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La misurazione dei valori di PTX3, una molecola coinvolta nell’infiammazione, contribuisce a valutare lo stato di gravità della malattia. Lo studio di Humanitas e ASST Papa Giovanni XXIII, pubblicato su Nature Immunology, aggiunge un parametro per guidare i medici nella scelta delle terapie. Una scoperta realizzata anche grazie all’Intelligenza Artificiale.

Bergamo, 18 novembre 2020 – Cosa determina reazioni così diverse di fronte all’attacco del virus SarS-CoV-2? Perché alcune persone si ammalano gravemente e altre meno? Di fronte a quadri clinici complessi e instabili, è possibile prevedere il livello di gravità della malattia?

Scoperta la molecola PTX3

Uno studio basato su due casistiche indipendenti, portate avanti rispettivamente da una task force dell’IRCCS Humanitas guidata dal prof. Alberto Mantovani che comprende ricercatori e medici in prima linea contro Covid 19, e dal gruppo di medici e ricercatori dell’ASST Papa Giovanni XXIII, guidato dal prof. Alessandro Rambaldi, ha identificato un indicatore di gravità di malattia nei pazienti affetti da Covid 19: la molecola PTX3.

Meccanismi dell’immunità innata

Il lavoro ‘Macrophage expression and prognostic significance of the long pentraxin PTX3 in COVID-19’, appena pubblicato su Nature Immunology, ha coinvolto 96 pazienti in Humanitas e 54 al Papa Giovanni XXIII. In più, grazie all’accesso ai dati e all’analisi bioinformatica supportata da ‘intelligenza artificiale’, ha esaminato i dati di pazienti residenti in Israele e USA. I ricercatori hanno indagato i meccanismi dell’immunità innata a livello del sangue circolante e del polmone.

Importante fattore prognostico

Le due casistiche indipendenti, quella di Milano e quella di Bergamo, confermano che la misura della PTX3 costituisce, ad oggi, il più importante fattore prognostico associato all’aggravamento delle condizioni dei pazienti. Prossimo passaggio sarà il trasferimento della scoperta dal bancone della ricerca al letto del paziente.

Esame del sangue valuta livello della PTX3

Lo studio, che necessita di ulteriori verifiche e conferme, potrebbe costituire uno strumento importante per guidare i medici nella definizione delle terapie per ogni paziente.

Partito da un approccio ad alta tecnologia, lo studio arriva a definire un test semplice – basta infatti un esame del sangue per valutare il livello della PTX3 –, a basso costo e potenzialmente condivisibile con tutti.

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