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Anche l’ASST Papa Giovanni XXIII, come hanno fatto le altre strutture ospedaliere bergamasche, attiva ulteriori posti letto Covid-19 presso il presidio sanitario della fiera di Bergamo.

Bergamo, 18 novembre 2020 –Salgono, quindi, a 225 i posti letto ordinari che vanno ad aggiungersi ai 59 letti di terapia intensiva fin qui dedicati a Covid-19 in ospedale e nel presidio in fiera. Numeri, questi ultimi, destinati a crescere salvaguardando il ruolo di ospedale HUB per tutte le altre patologie tempo dipendenti.

Disposizioni di Regione Lombardia

La manager del nosocomio bergamasco conferma, quindi, la messa a disposizione dei posti letto come richiesto da Regione Lombardia a supporto dell’emergenza Covid e dei territori più colpiti dalla pandemia: “Oggi in Fiera, con la collaborazione degli Spedali Civili di Brescia e in sinergia con personale proveniente da alcune aziende sanitarie bergamasche e bresciane, stiamo trattando solo pazienti che hanno bisogno della terapia intensiva. Da lunedì prossimo il nostro impegno raddoppia, con i posti letto ordinari Covid”.

Operatori di supporto al presidio ospedaliero in fiera

La Direzione medica di questi letti aggiuntivi è affidata a Marco Rizzi, direttore delle Malattie infettive del Papa Giovanni. La direzione infermieristica e il personale infermieristico sono in via di definizione e reclutamento sotto la supervisione di Simonetta Cesa, responsabile della Direzione professioni sanitarie e sociali dello stesso ospedale. L’Asst Papa Giovanni mette a disposizione nel presidio medico avanzato della Fiera di Bergamo non solo medici e infermieri ma anche operatori di supporto, tecnici di radiologia, fisioterapisti, farmacisti. 

Collaborazione dell’Associazione Nazionale Alpini

Un rilevante impegno organizzativo che vede ancora una volta la collaborazione dell’Associazione Nazionale Alpini che continuerà a gestire gli aspetti logistici e di sicurezza degli accessi e che in queste ore è impegnata a reclutare alcune unità di personale medico e infermieristico tra i suoi volontari che non siano già impegnati in altre strutture ospedaliere lombarde e nazionali.

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