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Lettera al segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti vidimata da ottanta iscritti al Pd di Bergamo per il No al referendum, a sostegno dello stesso segretario Zingaretti e della maggioranza di Governo, e per chiedere che la direzione nazionale del Pd, di lunedì prossimo, dia indicazioni di libertà di voto.

L’iniziativa di Federico Pedersoli e Matteo Rossi, in poche ore, ha raccolto più di 80 adesioni.

Bergamo, 3 settembre 2020 – Ecco, qui di seguito, la lettera indirizzata a Nicola Zingaretti, vidimata da 80 iscritti al PD di Bergamo:

Caro segretario, ti scriviamo affinché la prossima direzione nazionale indichi la strada della libertà di voto ai nostri iscritti in vista del prossimo referendum costituzionale.”

“Noi, iscritti ed elettori del Partito Democratico di Bergamo, riconosciamo e sosteniamo il lavoro che hai svolto in questi mesi difficili, sia nel rilancio del partito, sia dell’azione del governo, capace di affrontare la situazione creatasi dalla pandemia e di rinnovare il ruolo delle istituzioni europee verso una maggior attenzione e una capacità di intervento nelle politiche sociali e ambientali. Altrettanto crediamo si debba nel rapporto con l’alleato incidere maggiormente e con minore subalternità su temi  sentiti nella nostra comunità : immigrazione ruolo nel mediterraneo scuola e lavoro oltre le logiche necessarie in questo particolare momento di sostegno e di intervento dello Stato.”

“La coesione che il Paese ha saputo dimostrare – prosegue la nota – è maturata anche grazie alla funzione responsabile svolta dal nostro partito, e la tenuta del Pd è innanzitutto frutto del lavoro del gruppo dirigente che stai guidando con capacità e che ti riconosciamo.”

“Il passaggio referendario non è certo facile, e condividiamo in toto  l’allarme che hai lanciato circa l’uso strumentale che vuol farne chi intende lavorare contro il partito e contro il governo. Al tempo stesso, tanti iscritti ed elettori del Pd  stanno decidendo in piena coscienza di votare No, con argomenti, sentimenti e valori che attengono all’importanza del ruolo del Parlamento, al timore della cultura dell’antipolitica di cui si fanno portatori alcuni sostenitori del Si, alla convinzione della necessità di riforme migliori e complete a partire dal superamento del bicameralismo paritario che la riduzione dei deputati renderà pressochè impossibile: i nostri gruppi parlamentari hanno votato tre volte no e una volta ‘sì alla condizione che’ (non verificatasi). Vi è in gioco la riduzione degli spazi  della rappresentanza anche dei più deboli, senza alcun passo avanti in tema di governabilità del paese.”

“Il nostro No non è figlio ne’ di una logica conservativa ne’ di un attacco al governo – continua la nota – bensì della volontà di essere rappresentati meglio e non meno, e del bisogno di un profilo più autonomo e riformista per il nostro partito dentro l’attuale maggioranza.”

“Crediamo pertanto che lasciare libertà di coscienza e di voto ai nostri iscritti possa essere una scelta capace di arricchire un dibattito aperto nel Paese, utile a superare il clima di scontro e la discussione a tratti caricaturale delle reciproche posizioni a cui stiamo assistendo, nel pieno rispetto di quello che sarà l’esito e nella piena consapevolezza del percorso di riforme che dovrà continuare nelle aule del Parlamento. E’ giunto il momento di sganciare definitivamente il tema referendario dalle sorti del governo che deve proseguire il suo lavoro. D’altro canto la compagnia dei si degli oppositori al governo è molto ampia e quella riduzione di rappresentanza  la votano perchè figlia di un’idea incrollabile e pericolosa delle destre quella dell’autoritarismo, che noi combattiamo.”

Certi che ci ascolterai e terrai conto delle nostre osservazioni,” conclude la nota.

Con stima e amicizia.

Federico Pedersoli e Matteo Rossi.

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