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E’ iniziata questa mattina la fase operativa del presidio ospedaliero della Fiera di Bergamo, dove sono stati trasferiti i primi quattro pazienti provenienti dalla degenza del Papa Giovanni XXIII.

Bergamo, 6 aprile 2020 – Nei padiglioni che compongono la struttura dell’Ospedale da campo della Fiera di Bergamo, opererà anche lo staff medico e sanitario di Emergency e il contingente di medici dell’esercito russo. Soddisfazione per un avvio reso possibile dai tanti volontari artigiani di Confartigianato Imprese Bergamo, che hanno allestito la struttura, lavorando gratis, sotto la supervisione e il coordinamento dell’ANA Associazione Nazionale Alpini.

I primi quattro degenti covid-19 trasferiti dal Papa Giovanni XXIII

Dunque è operativo da oggi il nuovo presidio ospedaliero, allestito, in tempo record, alla Fiera di Bergamo. I primi quattro pazienti, affetti da covid-19, che sono stati trasferiti oggi, intorno alle 17, dalle degenze del Papa Giovanni XXIII, sono un uomo di 81 anni e una donna di 82 anni, provenienti dall’Unità di Medicina covid, e due uomini di 54 e 56 anni dal reparto Malattie infettive. Si tratta di pazienti che richiedono assistenza di bassa-media intensità con ossigenazione non invasiva.

Il presidio dei medici russi

Al predetto ospedale da campo, i pazienti sono stati presi in cura dallo staff presente al Presidio Medico Avanzato, in particolare dai sanitari russi.

I posti di terapia intensiva gestiti da Emergency

A seguire, nei prossimi giorni, Emergency inizierà a gestire il modulo da 12 posti letto di terapia intensiva. Lo staff è composto da 10 medici, 14 infermieri, 4 fisioterapisti, 4 OSS, 1 tecnico di laboratorio e 1 tecnico di radiologia. In tutto 34 operatori alcuni dei quali hanno operato in Sierra Leone durante l’epidemia di Ebola. Le conoscenze maturate dagli esperti di Emergency, in questa fase iniziale di progettazione, sono state fondamentali per il nuovo ospedale.

«Siamo molto orgogliosi di aver contribuito alla progettazione e all’organizzazione sanitaria di quest’ospedale», ha dichiarato Rossella Miccio (in foto), presidente di Emergency, «mettendo in campo la nostra esperienza maturata in Sierra Leone durante l’epidemia di Ebola. Abbiamo lavorato per rendere ogni area compartimentata, nel creare luoghi di vestizione/svestizione in modo ben definito», ha proseguito Miccio, «rendere il movimento delle persone pensato e studiato in anticipo. Abbiamo richiamato il nostro personale medico e sanitario che lavorava all’estero per l’emergenza: dall’Uganda al Sudan, dall’Afghanistan all’Iraq, a partire da oggi saremo impegnati qui in prima linea per curare, come sempre, chiunque ne abbia bisogno.»

 
Prevista, nella fase di avvio, l’attivazione di 40 posti letto.

Nel presidio medico alla Fiera si applicheranno gli stessi protocolli e terapie in uso al Papa Giovanni XXIII per il trattamento dei pazienti affetti da covid-19. Un ulteriore modulo da 8 posti di terapia subintensiva sarà affidato al personale militare russo, 8 medici rianimatori e 8 infermieri specializzati. Un ulteriore modulo di 20 posti letto di degenza ordinaria covid dedicato a pazienti meno critici sarà operativo grazie a 12 medici e 31 infermieri, oltre ad altro personale tecnico e di supporto reclutati dal Papa Giovanni XXIII grazie ai bandi di reclutamento della Regione Lombardia e della Protezione civile e all’adesione dei volontari dell’ANA Associazione nazionale Alpini. In totale si prevede nella fase di avvio di attivare 40 posti letto.

«Abbiamo curato ogni dettaglio e le prove generali di domenica pomeriggio ci hanno convinto che tutto è pronto per partire», ha spiegato Oliviero Valoti (in foto), direttore dell’Emergenza intra-extra ospedaliera del Papa Giovanni e responsabile sanitario del presidio ospedaliero alla Fiera di Bergamo. «La nostra principale preoccupazione in questa fase si concentra sulla correttezza e sulla sicurezza dei protocolli e dei percorsi Per arrivare a potenziare ulteriori posti disponibili serve personale specializzato che garantisca una certa continuità», ha continuato Valoti, «di almeno mesi. Sono in corso le diverse procedure di reclutamento.»

Per il prosieguo della gestione dell’Ospedale, la Sanità Alpina utilizzerà, a turno, 150 volontari in ambito sanitario e circa 40 volontari della Protezione Civile Ana, che garantiranno la logistica finché l’Ospedale resterà in funzione. Il servizio di sicurezza sarà assicurato, a turno, da 30 volontari certificati delle Squadre dell’Antincendio Boschivo Ana.

«L’Associazione Nazionale Alpini», ha commentato il presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero (in foto), «ha risposto ancora una volta alla richiesta di aiuto che veniva dal territorio e l’ha fatto con la disponibilità e l’efficienza che da sempre la contraddistinguono. Questo è stato reso possibile dalla disponibilità permanente di personale alpino preparato e qualificato: un patrimonio di inestimabile valore per la nostra società», ha proseguiti Favero, «che rischia però di essere disperso in un futuro non troppo lontano se non saranno messi in atto progetti che coinvolgano obbligatoriamente i giovani in un servizio al Paese.»

L’impegno del personale sanitario e tecnico amministrativo del Papa Giovanni

L’apertura della struttura è stata permessa da una lotta contro il tempo, cui non si è sottratto il personale sanitario, tecnico e amministrativo dell’ASST Papa Giovanni XXIII, che ha contribuito all’allestimento di alcuni impianti sanitari e di quelli informatici. Anche lo staff della direzione dell’Ospedale ha seguito da vicino gli ultimi passaggi necessari: l’ottenimento dell’autorizzazione da parte di ATS e la cura degli aspetti assicurativi. Le prove generali di domenica pomeriggio hanno dato esito positivo.  

«Questo ospedale è frutto di un’azione sinergica tra realtà diverse con un comune intento»,ha dichiarato Maria Beatrice Stasi (in foto), direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII. «Salvare e curare vite umane. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla fase di progettazione, realizzazione e di allestimento del presidio medico avanzato alla Fiera, a partire dall’Associazione Nazionale Alpini, da Emergency, dal contingente russo e da tutti i volontari, comprese molte imprese artigiane bergamasche. Credo che questa vera e propria impresa», ha continuato la dg, «rimarrà nella storia di questa città e della sua gente orgogliosa, laboriosa e generosa. Ora si apre una nuova fase. Sotto la nostra direzione sanitaria, i professionisti e i volontari che presteranno servizio qui saranno in grado di riprodurre lo sforzo che il Papa Giovanni e i suoi operatori stanno mettendo in campo da ormai un mese e mezzo per fronteggiare l’emergenza sanitaria,» ha concluso Maria Beatrice Stasi.

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