SHARE

Massimo Giupponi: «Questo lavoro congiunto tra PAAPSS, SEA e Direzione Sanitaria costituisce un esempio d’azione concreta con cui la nostra Ats ha giocato appieno, su una partita importante, il ruolo di “governance” che le è stato affidato dalla Legge 23/2015. L’andamento di questo modello sperimentale sarà monitorato nel corso del secondo semestre dell’anno 2019».

Bergamo, 26 luglio 2019Ats Bergamo ha vincolato lo 0,6 % del budget per i ricoveri assegnato alle ASST e alle case di cura private accreditate per meglio programmare l’offerta a livello locale a partire dalla misurazione epidemiologica del bisogno territoriale: si tratta di circa 3 milioni di euro sul 2019. Altri 7 milioni di euro sono destinati alla partita delle prestazioni ambulatoriali, prioritariamente per la riduzione dei tempi di attesa.

Per evitare che gli erogatori si concentrino su attività caratterizzate da buona redditività unitaria, ma senza verificata necessità epidemiologica (vale a dire trattamenti di cui la popolazione non ha evidenti bisogni, fatti salvi i singoli casi clinici), una quota di risorse è stata destinata a negoziare in modo mirato alcune tipologie di attività caratterizzate da alta complessità e da criticità relativamente ai tempi di attesa. 

«Abbiamo indirizzato in modo preciso, sulla base dei dati epidemiologici, l’attribuzione degli obiettivi per l’assegnazione dei fondi sul miglioramento dell’appropriatezza e sulla riduzione dei tempi di attesa spiega Andreina Pangallo, direttore del Dipartimento per la programmazione, accreditamento, acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie di Ats Bergamo . Per farlo abbiamo cercato la giusta combinazione tra le reali criticità territoriali (come i ricoveri dell’area di chirurgia oncologica oppure, in una logica diversa, i tempi di attesa eccessivi in territori già ampiamente penalizzati da condizioni di quasi esclusione logistica e viaria, come alcune aree montane) e le eccellenze produttive dei singoli erogatori».

«La negoziazione sull’assegnazione degli obiettivi si è trasformata sottolinea Alberto Zucchi (in foto), direttore del Servizio Epidemiologico Aziendale di Ats con un approccio trasparente fondato sulle evidenze fattuali, da mero atto burocratico in momento di programmazione condivisa tra Ats e strutture erogatrici, che hanno dato ampia collaborazione alla nostra Agenzia di Tutela della Salute», conclude.

LASCIA UN COMMENTO