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5 dirigenti ed ex dirigenti dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.a. indagati per i reati di truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture alla RAI, per 700.000 euro.

Dovranno rispondere dei reati di truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture.

Roma, 5 aprile 2019 – Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno provvedendo a notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 5 dirigenti ed ex dirigenti dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.a. per i reati di truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture alla RAI.

Il provvedimento in parola giunge a conclusione delle attività investigative, coordinate dalla locale Procura della Repubblica e svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, aventi come oggetto l’accordo quadro sottoscritto tra la R.A.I. e l’I.P.Z.S. per la fornitura, nel triennio 2013-2016, di gettoni d’oro da consegnare ai vincitori di concorsi a premio promossi dall’emittente pubblica nell’ambito di varie trasmissioni televisive, tra le quali “Red or black”, “Uno mattina”, “Super brain-Le super menti”, “I fatti vostri”, “Mezzogiorno in famiglia”, “L’anno che verrà”, “La Terra dei cuochi”, “Laprova del cuoco” e “Affari tuoi”.

I cinque destinatari del provvedimento facevano coniare i gettoni d’oro esclusivamente nel caso in cui gli aventi diritto, specificamente interpellati, rifiutavano la proposta di ricevere il controvalore in denaro.

Di converso, nell’ipotesi di richiesta dell’equivalente monetario del premio, gli indagati – apparentemente allo scopo di consentire all’Istituto di ottenere un risparmio nell’acquisto di oro, ma in realtà, con il fine ultimo di raggiungere gli obiettivi aziendali loro assegnati, strumentali al conseguimento di incentivi annui pro capite fino a circa 45.000 euro – non procedevano al conio dei gettoni, in violazione del citato contratto, predisponendo falsa documentazione interna (documenti di trasporto, verbali di coniatura, verbali di reingresso in magazzino, ecc.).

La frode ha comportato, tra l’altro, l’indebita fatturazione da parte dell’I.P.Z.S. nei confronti della R.A.I. delle spese di produzione dei gettoni d’oro mai coniati, con un danno per quest’ultima pari a oltre 700.000 euro.

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