Le persone che assumono molte proteine animali presentano maggiori probabilità di avere un eccesso di grasso nel fegato e un rischio più elevato di malattia epatica rispetto alle persone che consumano soprattutto proteine vegetali; e’ quanto emerge da uno studio olandese pubblicato da Gut.
Reuters Health (MSD), 17 marzo 2019 – I ricercatori – guidati da Sarwa Darwish Murad, epatologo presso l’Erasmus Mc University Medical Center di Rotterdam – si sono concentrati su quella che è nota come malattia del fegato grasso non alcolica (Nafld), solitamente associata all’obesità e ad alcune abitudini alimentari. Anche se i cambiamenti dietetici sono raccomandati per trattare questo tipo di malattia del fegato, la ricerca fino ad oggi non ha dimostrato chiaramente se un mutato stile alimentare possa funzionare anche per la prevenzione. Lo studio I ricercatori hanno esaminato i dati di questionari dietetici e delle scansioni del grasso del fegato in 3.882 adulti con un’età media pari a 70 anni. Le scansioni hanno mostrato che 1.337 partecipanti (il 34%) avevano la Nafld; di questi 132 erano normopeso e 1.205 sovrappeso. Tra i partecipanti sovrappeso, quelli che assumevano soprattutto proteine animali hanno fatto registrare il 54% di probabilità in più di avere il fegato grasso rispetto a coloro che consumavano quantità inferiore di carne.
«Tutto questo è risultato indipendente dai comuni fattori di rischio per la Nafld come quelli sociodemografici, metabolici e di stile di vita – sottolinea Sarwa Darwish Murad (in foto), – Forse l’aspetto più rilevante è che l’associazione è risultata indipendente dall’assunzione calorica totale. Abbiamo anche dimostrato che una dieta diversa è importante». I partecipanti allo studio che non avevano la Nafld hanno consumato in media 2.052 calorie al giorno, rispetto alle 1.996 quotidiane di quelle con fegato grasso. Le persone con Nafld hanno però assunto una percentuale più alta di calorie totali dalle proteine: il 16% rispetto al 15,4% di quelli senza Nafld. Il consumo di verdure è risultato simile per entrambi i gruppi; le carni rappresentavano la differenza nel consumo di proteine. I commenti «I risultati dello studio suggeriscono che le abitudini alimentari sane possono minimizzare il rischio di malattia del fegato grasso, anche quando le persone hanno un rischio genetico per questa condizione – sottolinea Shira Zelber-Sagi, ricercatrice alla University of Haifa in Israele, non coinvolta nello studio – La carne, in particolare quella rossa, contiene grassi saturi, che portano a fegato grasso». «La carne trasformata è particolarmente insidiosa perché può contribuire all’infiammazione e alla cosiddetta insulino-resistenza, che può portare a livelli elevati di zucchero nel sangue e al diabete – aggiunge Zelber-Sagi – Sia l’infiammazione, sia la resistenza all’insulina fanno accumulare grasso nel fegato. I risultati dello studio suggeriscono che le persone dovrebbero limitare la carne rossa e lavorata e provare a mangiare più pesce, seguendo una dieta mediterranea ricca di cereali integrali, proteine magre, verdure e olio d’oliva».
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