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In città come Bergamo si smaltiscono ogni anno oltre 300mila confezioni di farmaci, molte delle quali sono ancora valide e utilizzabili.

Grazie al recupero farmaci validi saranno recuperati medicinali per circa 2mila poveri assistiti da 4 enti caritativi bergamaschi.

Nel 2018, a livello nazionale, l’iniziativa del Banco Farmaceutico  ha consentito di raccogliere complessivamente 138.698 farmaci , pari a 2.176,930 euro.

Bergamo, 14 marzo 2019 – Conferenza stampa questa mattina a Palazzo Frizzoni per illustrare l’iniziativa di raccolta dei farmaci ancora validi, in collaborazione con 8 farmacie della città e 4 della provincia di Bergamo.
Sono intervenuti il sindaco,
Giorgio Gori; l’assessore all’ambiente, Leyla Ciagà; il presidente del Banco del Farmaco Marco Malinverno; Gianni Petrosillo di Federfarma; Ernesto deAmici, Ordine dei Farmacisti; Carlo Alberto Tersalvi, direttore sanitario di Ats Bergamo.

Nel nostro Paese ogni anno si sprecano in media 64mila tonnellate di farmaci, il cui costo di smaltimento ammonta a 96milioni di euro. Adesso anche a Bergamo e provincia, grazie al contributo di Fondazione Cariplo, e all’accordo di collaborazione fra Fondazione Banco Farmaceutico onlus, Comune, Federfarma, Ordine dei Farmacisti, Farmacie comunali e Aprica di Bergamo, parte il progetto recupero Farmaci Validi non scaduti /RFV).

«Nelle farmacie aderenti a tale iniziativa – spiega Gori – sono posizionati appositi contenitori di raccolta facilmente identificabili in cui ognuno può donare i medicinali, ancora non scaduti, di cui non ha più bisogno. I farmaci donati vengono poi controllati dal farmacista che ne appura la validità. Ringrazio i farmacisti bergamaschi per la loro disponibilità a collaborare con questo progetto di recupero farmaci validi, partito nel 2013 e promosso dal Banco farmaceutico, Comune, Federfarma, Ordine dei Farmacisti e Aprica. L’iniziativa ha presupposto che, delle circa 700mila confezioni di farmaci che si buttano nella nostra città e provincia – prosegue il sindaco – la gran parte di esse è ancora utilizzabile. Si è stabilito altresì che nel nostro territorio vivono circa 540 persone povere che non dispongono di risorse per curarsi, per i quali si occupano gli enti assistenziali di raccolta del farmaco. Le farmacie bergamasche che hanno aderito al progetto sono: Boccaleone,Comunale 1, Comunale2, Piazza Varsavia, Piusalute, Sangalli, Villa e Frizzi».

I farmaci donati dalle anzidette farmacie della città e altre quattro della provincia, che aderiscono all’iniziativa, saranno consegnati a 4 enti assistenziali del territorio: Associazione Oikos onlus, Associazione Opera Bonomelli, onlus, Fondazione Don Stefano Palla onlus, e Fondazione Martino Zanchi.

Interviene Marco Malinverno, che commenta:

«Quello posto in essere nel 2000, ovvero il Banco del Farmaco, è un progetto importante al quale sono collegati 64 enti che coprono il fabbisogno del 40% dei farmaci a livello nazionale. Finalmente il progetto è stato riconosciuto anche dal mondo politico che ha capito l’importanza della raccolta farmaci delle aziende. Lo scorso anno, 12 città italiane, hanno raccolto qualcosa come 138mila confezioni di farmaci per i più poveri – continua – parte delle quali, che non viene distribuita in Italia, viene spedita in nazioni più povere come il Venezuela».

«Il progetto in questione non solo ha valenza sociale, ma anche e soprattutto ambientale – sottolinea Leyla Giacà – in quanto contribuisce a una forte riduzione di rifiuti per la cui raccolta occorrerebbe una cifra esorbitante. Quindi i farmaci raccolti, ancora validi, hanno una doppia importanza: riducono i costi dello smaltimento, ma soprattutto hanno valenza nel settore sociale».

«Con la riforma sanitaria – aggiunge Alberto Tersalvi – le Asl son state trasformate in Ats, che si occupano sia della cura sia dello stato di salute psico-fisica del sociale. Esse sono promotrici di dialogo con ciò che riguarda la salute: sanità, ambiente e posto di lavoro, che viene fatto attraverso professionisti che danno continuamente il loro contributo al benessere della popolazione. Ciò rappresenta per noi – conclude Tersalvi – il paradigma principale del nostro operato. Bellissimo esempio è stato dato dai farmacisti bergamaschi con l’adesione all’iniziativa in parola».

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