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Scambio di auguri natalizi questa mattina alla Provincia a cui hanno preso parte i dipendenti dell’Ente insieme al neo presidente Gianfranco Gafforelli e al vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi.

Nel corso della cerimonia ha avuto luogo il riconoscimento e la  premiazione dei dipendenti che hanno concluso il loro lavoro in Provincia con la consegna delle pergamene.


Bergamo, 13 dicembre 2018 – Un’occasione che è diventata con gli anni un rito per un saluto di ringraziamento ai dipendenti che hanno chiuso il loro servizio in Provincia. Il presidente Gafforelli, ancora fresco di nomina, ha ricordato che anche se ci sono segnali di miglioramento, il momento che stiamo vivendo è ancora attraversato da difficoltà.

«La nostra gente ha bisogno delle Istituzioni – ha sottolineato Gafforelli -. Me ne sto rendendo conto in questi giorni, visitando i comuni della nostra provincia. Mi auguro che le parole che il nostro Vescovo ci porterà oggi possano darci la forza per riuscire nel nostro compito. Ringrazio anche i numerosi consiglieri oggi presenti – ha proseguito –  che ci danno una mano anche se appartengono a schieramenti diversi e grazie di cuore soprattutto a chi oggi va in pensione e ha dato tanto a questa Provincia. Auguro che questo Natale porti serenità nelle vostre famiglie e in quelle di tutti i Bergamaschi».

Il Vescovo Beschi ha portato anche quest’anno la sua parola all’aula gremita di dipendenti. L’intervento, molto atteso, è stato incentrato sul significato e la corrispondenza tra le parole vegliare, sorvegliare, e avere cura degli altri: «La festa del Natale mantiene una sua forza evocativa che va al di là dell’esteriorità – ha detto il vescovo – non è una questione solo sentimentale. Ha ancora questa potenza mite di toccare i cuori delle persone e aprirle sulle realtà che riteniamo di valore. Il mio augurio quest’anno si accompagna alla parola “sveglia”. Nel vangelo l’appello a stare svegli corrisponde a tenere gli occhi aperti. E non è facile tenerli sempre aperti, ad esempio quando si è stanchi o quando si vorrebbe chiuderli davanti a realtà non gradite. Vegliare e sorvegliare vanno per mano. Tema di grande attualità, il bisogno diffuso di sicurezza sul territorio viene corrisposto da un’esigenza di sorveglianza sempre più ampia. Stiamo moltiplicando sistema di sorveglianza in maniera impressionante, e direi anche un po’ inquietante – ha continuato Beschi –  il rischio è immaginare che la sicurezza possa essere garantita da un sistema di sorveglianza sempre più forte. Credo piuttosto che esista un sistema interiore di sorveglianza che non può essere sostituita da nessun meccanismo esterno. Vigilanza che ha a che fare con la coscienza, sorvegliante fondamentale, interiore, che ci porta in direzione di scelte che la coscienza continua a orientare verso il bene. Niente può sostituire questa coscienza interiore di ciascuno. Alimentare il senso di coscienza di ciascuno  – ha concluso – corrisponde a questo tenere gli occhi aperti a sorvegliare la propria vita».

Alla fine del discorso del vescovo, il presidente della Provincia gli ha donato il trittico di tre medaglie d’argento di Papa Giovanni «…per dire grazie per averci regalato le emozioni della presenza di San Giovanni XXIII» – ha detto Gafforelli. Il vescovo ha corrisposto con altri doni e con i calendari di Papa Giovanni che sono stati distribuiti ai dipendenti.

Dopo la benedizione del vescovo si è tenuta la cerimonia di riconoscimento e premiazione dei dipendenti posti in quiescenza con la consegna delle pergamene.

«Mi piace pensare che questo momento non sia soltanto formale o istituzionale – ha auspicato la dirigente del Personale tecnico-amministrativo, Giuseppina Pettini – ma rappresenti un’occasione per condividere l’impegno di un anno, per sentirci insieme e credere – nonostante le difficoltà che incontriamo ogni giorno nel lavoro – di essere parte e fondamenta della nostra Provincia con senso di appartenenza per l’intera comunità. Siamo qua oggi per abbracciare molte persone che hanno lasciato un segno e composto un pezzo della Provincia – ha continuato – a dire grazie a chi opera e ha operato con la testa e con la passione, e a credere fermamente che una organizzazione è fatta prima da persone. Ora ricordiamo chi con dedizione al lavoro, ha lasciato in noi una parte di sé», ha concluso.

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