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Il prossimo 1 dicembre, in ricorrenza della giornata mondiale dell’HIV, L’ATS Bergamo, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e la consulta degli studenti dell’Università si uniranno contro l’AIDS.

L’ATS darà la possibilità a chi lo vorrà di sottoporsi al test salivare HIV, a cura del suo dipartimento di igiene e profilassi sanitaria (DIPS), in forma gratuita e nel completo anonimato, presso le sedi universitarie.

Bergamo, 26 novembre 2018 – Sono 2.989 i bergamaschi che, al 31.12.2017, risultano affetti da HIV e AIDS, ovvero con la malattia conclamata.  Il fenomeno, fotografato dai dati messi a disposizione dal servizio epidemiologico di Ats Bergamo, per quanto ridotto rispetto al passato, è ancora presente. Per tale motivo Ats Bergamo e ASST Papa Giovanni XXIII aderiscono alla giornata mondiale dell’HIV che ricorre il prossimo sabato 1 dicembre.

In particolare, Ats promuove, in collaborazione con la consulta degli studenti dell’Università di Bergamo, la possibilità per chi lo volesse di sottoporsi al test salivare HIV, promosso dal personale sanitario del dipartimento di igiene e profilassi sanitaria (DIPS) di Ats Bergamo, in forma gratuita e in anonimato presso le sedi universitarie bergamasche.

«In provincia di Bergamo – rileva Livia Trezzi (nella foto), responsabile dell’unità prevenzione e sorveglianza malattie Infettive di Ats Bergamo – a essere affetti da HIV e AIDS sono per il 74% persone di sesso maschile, per la maggior parte italiani. Ogni anno emergono circa 30 – 40 nuovi casi di AIDS: nel 2017 sono stati segnalati 33 nuovi casi (24 uomini e 9 donne), il 78,9% frutto di una diagnosi tardiva. Si tratta di persone che non hanno potuto beneficiare delle terapie antiretrovirali – prosegue – che rallentano la moltiplicazione del virus, prolungando la sopravvivenza e migliorando di molto la qualità della vita di chi risulta essere sieropositivo. Molto spesso, infatti, le diagnosi avvengono circa tra i 40 e i 59 anni, anche se l’infezione è stata contratta circa 10 anni prima».

Per quanto riguarda le nuove diagnosi per infezioni da HIV, in provincia di Bergamo – come nel resto d’Italia – si registra un calo: nel 2017 sono state diagnosticate 69 infezioni da HIV contro le 105 dell’anno precedente.

«Speriamo che continui così – aggiunge Livia Trezzi (nella foto) Questo starebbe a significare che c’è un segnale di rallentamento della diffusione dell’HIV con la quota maschile di persone infette sempre più numerosa rispetto a quella femminile. Un andamento positivo che resta comunque da confermare in quanto i dati necessitano di essere ancora monitorati nel tempo», conclude.

«La scienza ha fatto importanti passi avanti – sottolinea Mara Azzi (nella foto), direttore generale di Ats Bergamo – ma non si può abbassare la guardia. Anche se i farmaci sono molto efficaci, ancora non sono in grado di debellare l’infezione o di sconfiggere definitivamente la malattia che nel 90% dei casi viene trasmessa tramite rapporti sessuali non protetti. Un aspetto di cui si è poco consapevoli – prosegue Mara Azzi – visto che negli ultimi tempi si è diffusa tra la popolazione una bassa percezione del rischio. È fondamentale, dunque, continuare un’intensa attività di informazione e prevenzione. Per questo, uniamo le forze con ASST Papa Giovanni XXIII e con la consulta degli studenti dell’Università degli studi di Bergamo per rinnovare la nostra azione di sensibilizzazione contro l’HIV».

All’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo sono in cura 2.589 persone con HIV, il 97% delle quali in terapia antiretrovirale (2.511 persone) e la quasi totalità con buona prognosi e a minimo rischio di trasmissione del virus.

«Per quanto riguarda la situazione nella nostra provincia, ci sono motivi per essere ragionevolmente ottimisti – dichiara Marco Rizzi (nella foto), direttore delle Malattie infettive dell’ASST Papa Giovanni XXIII –. Si registra un aumento nell’accesso alle terapie e una diminuzione nella diffusione dell’epidemia. I dati sul 2018 ci dicono che a Bergamo ci sono stati progressi significativi e che siamo per alcuni aspetti già oltre il cosiddetto “Obiettivo 90-90-90” fissato dai programmi internazionali di lotta contro l’AIDS e le infezioni da HIV. La previsione – continua l’infettivologo – è quella di riuscire a raggiungere e superare entro il 2020 tutti e tre i target previsti: il 90% delle infezioni da HIV diagnosticate, il 90% delle persone trovate HIV-positive in trattamento e il 90% di queste ultime con carica virale soppressa. Rimane da lavorare sulla fascia residuale di soggetti che stimiamo sieropositivi, ma ancora in assenza di diagnosi. Seppur nettamente inferiore rispetto ai valori degli scorsi decenni, il ‘sommerso’ è comunque motivo di preoccupazione. La diagnosi tardiva – conclude costituisce infatti un fattore di rischio per il paziente ed è fonte di potenziale trasmissione del virus».

«La consulta degli studenti dell’Università di Bergamo – commenta Claudia Mema, presidente della consulta studenti dell’Università – anche quest’anno rinnova con grande piacere la collaborazione con Ats Bergamo per effettuare test salivari HIV nelle varie sedi dell’Ateneo. I test, rapidi e gratuiti – prosegue la studentessa oltre ad avere un’immediata utilità pratica, hanno la capacità di sensibilizzare gli studenti sul tema dell’HIV/AIDS e in generale sull’importanza della prevenzione, spesso sottovalutata anche dalla nostra generazione».

Sarà possibile sottoporsi al test salivare HIV, promosso dal personale sanitario del dipartimento di igiene e profilassi sanitaria (DIPS) di Ats Bergamo, in forma gratuita ed in anonimato presso le seguenti sedi universitarie bergamasche.

Come, dove e quando

-lunedì 26 novembre, dalle ore 10 alle ore 13: sede di Dalmine;

-martedì 27 novembre, dalle ore 10 alle ore 13: sede di via Caniana;

-mercoledì 28 novembre, dalle ore 10 alle ore 13: sede di Sant’Agostino, città alta;

-giovedì 29 novembre, dalle ore 10 alle ore 13: sede di via Salvecchio, città alta.

Infine, il 1° dicembre alle 17, l’infettivologa del Papa Giovanni, Serena Venturelli, interverrà all’inaugurazione della mostra «HIVAIDS – Tra invisibile e visibile», promossa dall’associazione Arcigay Bergamo Cives, che da diversi anni si impegna per contrastare la diffusione del virus attraverso iniziative con istituzioni territoriali. Sculture, dipinti e istallazioni in mostra alla Gamec di Bergamo fino al 9 dicembre per raccontare l’HIV e l’AIDS evidenziandone gli aspetti più inediti e personali, al fine di coinvolgere la popolazione e di favorire la diffusione di informazioni corrette, a oggi ancora carenti. L’ingresso alla mostra è libero, da lunedì a domenica, tranne il martedì, dalle 10 alle 18.

Contatti: Ufficio stampa ATS Bergamo Ufficio stampa ASST Papa Giovanni XXIII – Claudia Rota e Federica Belli +39 348 5100463 claudia.rota@ats-bg.it +39 349.7610980 – fbelli@asst-pg23.it

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