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Per il secondo anno Pandemonium Teatro e Loredana Poli, assessore all’Istruzione, Università e Formazione del Comune di Bergamo propongono una serie di iniziative volte a celebrare la Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, organizzate in collaborazione con il Consorzio il Sol.co Città Aperta, il Coordinamento Comitato Genitori, la Fondazione Serughetti-Centro La Porta e una fitta rete di soggetti e realtà del territorio che partecipano al progetto.

 

 

Bergamo, 6 novembre 2018 – Il prossimo 20 novembre si celebrerà in tutto il mondo la “Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Nonostante vi sia un generale consenso sull’importanza dei diritti dei più piccoli, ancora oggi la Cultura per bambini e adolescenti, nel nostro Paese, è considerata di serie B.
Questo avviene perché parecchie persone confondono l’arte per l’infanzia solo come consumismo, ovvero la facilità del bambino a consumare prodotti, in quanto nella società attuale, di matrice consumistica, non c’è più spazio per il tempo necessario che l’infanzia richiede.

Le domande e le curiosità di giovani e giovanissimi che rivolgono ai grandi, riguardano essenzialmente il percorso che dovranno affrontare nella loro vita, e dare loro una risposta appropriata significa riflettere fino alle radici dei problemi.
L’infanzia e l’adolescenza richiedono relazione: con esse bisogna trascorrere del tempo assieme, dialogare e prendere insieme ogni decisione.

E’ partendo da queste considerazioni che si sviluppa il progetto denominato “Il diritto all’arte e alla cultura per l’infanzia e l’adolescenza” che, durante tutto il mese di novembre 2018, si snoderà attraverso un ricco cartellone di eventi uniti da un obiettivo comune: parlare attraverso l’arte per muovere emozioni, perché queste ultime hanno la capacità di favorire creatività, voglia di imparare, di diventare curiosi e, quindi, di crescere in modo sano ed equilibrato, ovviamente senza dimenticare il divertimento che rende tutti felici!

La proposta è molto articolata e include spettacoli di produzione di “Pandemonium Teatro” e di altre compagnie ospiti, laboratori artistici e momenti di riflessione, avendo a cuore interventi al Teatro di Loreto di Bergamo e alcuni luoghi della città e della provincia (programma iniziative in allegato).

Il tutto culminerà poi, come avvenuto già nella prima edizione, in un incontro aperto, una sorta di tavola rotonda che nel corso del pomeriggio del 20 novembre, dopo lo spettacolo “Il fiore azzurro” della Compagnia Burambò, vedrà riuniti alcuni importanti rappresentanti del mondo dell’Infanzia e dell’Adolescenza per discutere insieme di buone pratiche e condividere esperienze e proposte. Tra i vari relatori, saranno presenti gli artisti che condurranno le diverse attività dedicate al progetto che si svolgerà nel prossimo mese di novembre, i rappresentanti della Rete di realtà coinvolte e il tutto sarà condotto da Oliviero Ponte di Pino, operante da quarant’anni nell’editoria (Ubulibri, Rizzoli, Garzanti, di cui è stato direttore editoriale per oltre dieci anni, pubblicando numerose opere di importanti autori italiani e stranieri), giornalista (radio, tv, giornali), docente universitario, attivo in rete (www.olivieropdp.it, www.ateatro.it), autore di diversi volumi tra cui “I mestieri del libro (2008)” e “docente di lezioni in master di editoria”, “scrittura creativa”, “giornalismo culturale” e “management di eventi culturali”.

Inoltre, tra i numerosi appuntamenti in programma per tutto il mese, tra spettacoli e laboratori, particolare rilevanza avranno due spettacoli della Compagnia Eccentrici Dadarò: “Per la strada” e “Lasciateci perdere”, in scena sabato 10 novembre alle 20:30 presso il Teatro di Loreto.

I due spettacoli raccontano la vicenda di un gruppo di adolescenti che scappa di casa. Nel primo, “Per la strada”, si racconta il punto di vista degli adolescenti, le loro rabbie, paure, inconsapevolezze; nel secondo, “Lasciateci perdere”, viene rappresentato il punto di vista dei genitori che si mettono in strada a cercarli (e anche qui appaiono paure e fragilità). Un bel modo per mettere a confronto due mondi e due punti di vista. Negli spettacoli non si prendono le parti di nessuno, ma si difende l’istinto alla vitalità e alla libertà di entrambi. Si dichiara l’infinito ripetersi della voglia di esistere e il continuo scontro con la maschera del ruolo (figli da un lato e genitori dall’altro), in un inesauribile cammino verso un equilibrio difficile. Genitori e figli allo specchio. Sempre pellegrini. Tutti sempre per strada.

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