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Svolta la conferenza sulla Resistenza partigiana indetta dal giornale online bergamasco «Informatore Orobico»

Presentato anche il libro su Nino Siligato «Il filibustiere della montagna e il prete combattente» scritto da Antonio Casablanca, responsabile della testata

 

 

Bergamo, 29 aprile 2018 – Lo scorso martedì 24 aprile ha avuto luogo alla Provincia di Bergamo, la conferenza indetta dalla testata online bergamasca Informatore Orobico, sul tema: “Parliamo di Resistenza italiana” con la presentazione del libro di Antonio Casablanca dal titolo: “Il filibustiere della montagna e il prete combattente”, in cui sono narrate le gesta eroiche del partigiano siciliano Nino Siligato, medaglia d’oro in suo onore.

Erano presenti Matteo Rossi, presidente della Provincia; Marzia Marchesi, presidente del Consiglio comunale; Elisabetta Ruffini, direttore dell’Istituto Isrec di Bergamo; Antonio Casablanca, autore del libro e responsabile della testata, e Daniela Picciolo, giornalista che ha funto da moderatrice.

Ha aperto la discussione Daniela Picciolo introducendo il tema sulla Resistenza, a partire dalla nascita dei gruppi partigiani dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando sembrò, in un primo momento, che la guerra fosse finita, ma si inasprì ancora di più con le truppe tedesche, in particolare le SS al comando del famigerato generale Reder, assieme alle Brigate nere fasciste che si scagliarono contro i militari italiani che non aderirono alla Repubblica di Salò (accusati di diserzione) e la popolazione inerme massacrata nei suoi villaggi.

E’ intervenuto poi Matteo Rossi (nella foto) che ha fatto i complimenti all’autore del libro e ha aggiunto: «ha fatto conoscere un partigiano così importante del quale in Lombardia non se n’è parlato molto dal momento che le sue battaglie contro il nazifascismo le condusse sulle montagne dell’appennino tosco- emiliano e ligure. La Provincia di Bergamo gli è riconoscente per avere organizzato questo incontro culturale sulla Resistenza in cui è stato ricordato il grande e generoso contributo di sangue versato da giovani partigiani italiani nella lotta contro il nazifascismo, perché il Paese potesse riacquistare la libertà perduta».

«E’ stata una guerra combattuta da tutti gli antifascisti italiani – ha commentato Marzia Marchesi – quindi non bisogna fare distinzioni tra partigiani del Sud del Centro e del Nord, ma bisogna ricordare con immensa gratitudine tutti quei giovani accomunati dal grande desiderio di libertà che si sono armati e battuti contro il nazifascismo a difesa dei nostri valori e princìpi. Oltre alla storia di Nino Siligato – ha proseguito – mi ha colpito anche un episodio del libro relativo alle vicissitudini cui andò incontro il padre dell’autore, militare reduce dai Balcani, il quale durante la grande confusione creatasi nel Paese dopo l’armistizio dell’8 settembre del ’43, si mise in cammino verso la città partenopea in cerca del fratello ferito rischiando di essere catturato dai tedeschi».

«La lotta partigiana – ha spiegato Elisabetta Ruffini – è stata sia nazionale che locale. Combattuta da tutti i partigiani con storie singole come quella di Siligato, siciliano di Limina, che ha combattuto nel centro nord. Nel museo della Resistenza partigiana – ha aggiunto – si ricordano scontri tra partigiani con la X Mas di Borghese, ma non la brigata dove ha combattuto Siligato. E proprio grazie a questo libro noi riportiamo la memoria di Nino e facciamo in modo che le sue gesta non cadano nell’oblio».

Ha preso poi la parola Antonio Casablanca che ha ringraziato i relatori intervenuti all’incontro, in modo particolare il presidente Rossi che gli ha dato l’opportunità di svolgere la conferenza in un luogo prestigioso come quello della Provincia di Bergamo, ed e’ passato subito a fare qualche cenno sulla vita del partigiano in parola. «Nino Siligato, secondo la descrizione di don Luigi Canessa, cappellano della Brigata Centocroci, era un giovane buono, onesto, sensibile che si faceva rispettare da tutti sia dagli uomini della Brigata, sia dalla gente comune, che gli diede l’appellativo “Il filibustiere della montagna” in quanto risultava essere il terrore delle SS. Ma io credo che ciò che lo spinse a lottare con anima e corpo contro i nazifascisti furono gli eccidi compiuti da questi ultimi a S. Anna di Stazzema (Lucca) e Marzabotto (Bologna), due paesini che somigliavano tanto al suo, dove le SS di Reder coadiuvati dalle Brigate nere trucidarono circa 800 civili inermi tra cui donne, vecchi e bambini.

Ha Concluso l’incontro la giornalista Daniela Picciolo leggendo un brano del libro su Siligato: «La mattina del 24 aprile, al comando partigiano di La Spezia giunse la notizia che le truppe tedesche dislocate il Liguria si erano arrese. L’arrivo delle truppe Alleate a Fornovo sancì la fine della guerra contro il nemico nazi-fascista, dislocato nelle zone dell’Emilia Romagna, della Toscana e della Liguria. Dopo quasi un anno e mezzo di lotte sanguinose con tantissime vittime tra civili e militari, la tanto agognata vittoria per la Liberazione era arrivata. Era il 25 aprile del 1945».

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