SHARE

La GdF di Treviglio ha scoperto a Fontanella, nella bergamasca, due laboratori manifatturieri cinesi all’interno dei quali operavano 14 lavoratori irregolari e 3 clandestini, in condizioni igieniche precarie

 

 

Treviglio, 4 aprile 2018 – Sono stati scoperti dalla GdF di Treviglio, due laboratori clandestini, uno dedicato alla confezione in serie di prodotti di abbigliamento, l’altro alla fabbricazione di calzature, entrambi nel comune di Fontanella (BG) e gestiti da persone di etnia cinese.

Tali laboratori sorgevano in un edificio dalle finestre completamente oscurate e prive di areazione. Quando i finanzieri hanno fatto irruzione nei locali, assieme alla polizia locale di Fontanella, hanno scoprendo 20 lavoratori, tutti cinesi, intenti al confezionare capi di vestiario e calzature, attività non dichiarate al Comune. Rinvenuti inoltre numerosi banchi di lavoro in serie, 45 macchinari, circondati da cumuli di materiale di lavorazione in disordine e fili elettrici volanti.

All’interno dei locali sono state ricavate abusivamente 10 stanze da letto con servizi igienici dotati di una sola doccia, anch’essi in cattivo stato di manutenzione e pulizia.

I controlli hanno permesso di individuare anche 3 clandestini, di cui uno trovato intento al lavoro, 2 lavoratori completamente in nero, 4 dipendenti che hanno dichiarato ai militari di aver lavorato in nero prima di essere regolarizzati e 7 lavoratori assunti irregolarmente.

Per uno dei due titolari dei laboratori è scattata la denuncia per l’impiego di manodopera clandestina, mentre è ancora al vaglio degli inquirenti la posizione dell’altro titolare del laboratorio dove sono stati trovati gli altri due clandestini, entrambi segnalati alla Questura di Bergamo per l’avvio della procedura di espulsione dal territorio nazionale.

Le Fiamme Gialle di Treviglio hanno inoltrato all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Bergamo proposta di sospensione dell’attività imprenditoriale, a fronte del numero di lavoratori in nero scoperti.

A carico dei titolari delle aziende, per ciascun lavoratore in nero e irregolare, verrà irrogata la maxi sanzione da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 9.000 euro, a seconda del periodo di impiego in nero. Contestualmente, i finanzieri hanno anche avviato mirati controlli fiscali, in quanto le due ditte non risultano avere presentato le dichiarazioni, né versato le imposte.

Alle succitate operazioni ha partecipato anche l‘Ufficio Sanità Pubblica e Prevenzione Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’ATS Bergamo, il quale ha rilevato plurime violazioni in materia di igiene e sicurezza.

Il servizio svolto dalla Guardia di Finanza è stato, in buona sostanza, rivolto a reprimere il fenomeno del lavoro “nero” che, da un lato lede i diritti dei lavoratori privati della dovuta tutela assistenziale e previdenziale, dall’altro determina sia situazioni di concorrenza sleale, a discapito degli imprenditori che operano nella legalità, sia un grave danno alle casse erariali dello Stato.

LASCIA UN COMMENTO