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Il regolamento sul gioco d’azzardo a Bergamo funziona: in calo del 3,7% con un risparmio di quasi 12 milioni di euro nel 2017

In crescita, invece, nella bergamasca (+3,6% ) e in non poche altre città della Lombardia (+3,4%)

 

 

Bergamo 2 marzo 2018. Il regolamento che disciplina il gioco d’azzardo nel capoluogo orobico funziona: il Comune ha infatti registrato nel 2017 una contrazione sul consumo di gioco nell’area urbana, effetto dell’ordinanza approvata nell’estate 2016 e che ha disposto lo stop a diversi giochi in tre diverse fasce orarie della giornata (dalle 7,30 alle 9,30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21), il divieto di pubblicità delle sale slot e delle vincite e campagne di sensibilizzazione della cittadinanza ad hoc.

-3,7%: questo è il dato sul consumo di gioco complessivo in città, un dato tanto più significativo se comparato al +3,6% della Provincia di Bergamo (al netto del dato cittadino) e al +3,4% registrato in Regione Lombardia. La raccolta totale è quindi passata dai 317milioni di euro del 2016 ai 306milioni del 2017: un dato significativo quest’ultimo che evidenzia un calo del gioco d’azzardo a favore, però, delle “tasche” dei ludopatici bergamaschi, dopo anni di crescita senza controllo (basti pensare che nel 2016 – anno in cui è entrato in vigore il regolamento sul gioco – a Bergamo la crescita fu del +4%, nonostante la contrazione di gioco degli ultimi mesi dell’anno, a fronte di un trend nazionale che faceva segnare +8,7%).

«I dati 2017 sono davvero confortanti, – spiega il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori – la strada da fare è ancora lunga, ma è evidente che le misure che abbiamo attivato in città sono efficaci, soprattutto se comparate a un quadro regionale e nazionale che esprime trend di crescita davvero preoccupanti. Fondamentale ora sarà attivare le misure del cosiddetto “riordino Baretta”, che prevede il dimezzamento dei punti gioco sul territorio nazionale. In attesa della sua attivazione, l’auspicio è che tutti i comuni lombardi, a cominciare da quelli che confinano con Bergamo, si dotino delle misure del nostro regolamento».

Nella bergamasca però le cose non vanno tanto bene: sono stati bruciati quasi 2 miliardi di euro (1,991 miliardi nel 2017), in Lombardia ben 18miliardi e 112 milioni di euro, a livello nazionale è stata addirittura sforata la quota dei 100miliardi nel 2017 con tendenze di crescita costanti.

Il dato di Bergamo è tanto più importante se si considera quanto il regolamento sia riuscito a incidere sui giochi che danno origine a patologie di gioco compulsivo: lo scorso anno la contrazione sull’uso delle VLT, le slot machine più comuni, è stata del -7,7%, con una raccolta di 12milioni di euro in meno rispetto al 2016. Stesso discorso vale per le AWP, ovvero le slot che si trovano nelle tabaccherie e nei bar: il consumo di gioco scende ulteriormente, facendo segnare un notevole -14,2% rispetto all’anno precedente, con altri 9 milioni di euro risparmiati in città.

«Il calo del 14,2% del 2017 – continua Gori – va a sommarsi a quello del -11% dell’anno precedente, anno in cui è entrato in vigore il regolamento sul gioco. In definitiva nell’ultimo anno a Bergamo i nostri concittadini hanno risparmiato complessivamente quasi 12 milioni di euro che sono in parte confluiti in consumi e nell’economia reale della nostra città. Un risultato di fondamentale importanza»

Le VLT hanno invece visto crescere il proprio volume d’affari sia nel resto della Provincia di Bergamo (+1,8% sul 2016 grazie al beneficio dei risultati di Bergamo, con 647milioni di euro raccolti) che in Regione Lombardia (+2,7% rispetto al 2016, con oltre 5,2 miliardi di euro raccolti). Contrazione invece anche sul territorio provinciale e regionale per quello che riguarda la AWP, anche se di un terzo rispetto ai numeri registrati nel Comune di Bergamo (-5% con 5 miliardi di euro raccolti in Lombardia e 571milioni in Provincia – il tutto nonostante il beneficio arrecato dal calo nel Comune di Bergamo).

«In questo quadro estremamente positivo – conclude Gori – c’è però un dato sul quale vorrei esprimere rammarico: si tratta di quello relativo ai Gratta e Vinci, comparto nel quale nel 2016 si era registrato un positivo -7,8% per effetto del regolamento comunale. La sentenza del TAR che ha premiato il ricorso dei tabaccai purtroppo fa registrare nel 2017 +1,7%: è per me segno che fossimo sulla strada giusta e che dobbiamo trovare il modo di riprendere».

Cifre molto inferiori per quello che riguarda la spesa in scommesse online e sportive. A Bergamo si spendono 161 euro pro-capite in scommesse e l’intero comparto in città incide per il 6% sull’intero consumo di gioco (con 19milioni di euro, cifre non lontanamente paragonabili a quelle di VLT e AWP, che insieme rappresentano il 65% del gioco sul territorio cittadino). In Lombardia la spesa pro-capite in scommesse è stata di 157 euro pro-capite nel 2017 (1,57 miliardi di euro), in Provincia di Bergamo 119€ a testa (131milioni di euro complessivi, +36,8% rispetto al 2016).

In discesa anche la spesa per quello che riguarda Lotto, Superenalotto e Eurojackpot su tutto il territorio lombardo (153,7 milioni di euro raccolti nel 2017, -14,2% rispetto all’anno precedente, a Bergamo la contrazione è più marcata e si registra una discesa del -17,7%), ma questo dato cambia di anno in anno secondo i jackpot; in salita i cosiddetti giochi di abilità (poker, carte, ecc. che segnano un +16% anche se rappresentano solo il 10% dell’intero giocato).

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