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Dall’inizio di quest’anno sono già salite a 262 le donne che si sono rivolte al Pronto soccorso dell’Ospedale Papa Giovanni, e 17 a quello di San Giovanni Bianco, perché vittime di maltrattamenti o percosse, per un totale di 279. A queste si aggiungono altre 22 donne vittime di abusi sessuali.

Bergamo, 23 novembre 2017

Lo scorso anno, al Pronto soccorso dell’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo, gli accessi, al 31 dicembre, furono 272 di cui 11 le violenze sessuali registrate. In aumento invece i codici rossi e i ricoveri direttamente connessi alle violenze subite.

Anche quest’anno si conferma la trasversalità del fenomeno, che interessa donne di qualsiasi estrazione sociale, solitamente giovani (con un’età compresa tra i 22 e i 48 anni). In tre casi su quattro le vittime sono di nazionalità italiana.

Dal 2008, al nosocomio bergamasco, in totale, sono stati registrati 2.557 casi di violenza e 669 donne sono state inserite nel Percorso Violenza, 91 solo nei primi dieci mesi quest’anno, segnando il dato più alto mai registrato dall’entrata in vigore del “protocollo violenza”.

Il “protocollo violenza” è un protocollo specifico che gli operatori del Pronto Soccorso hanno messo a punto affinché le donne vengano accolte e ascoltate da personale medico, infermieristico e ostetrico femminile, appositamente formato e continuamente stimolato a riconoscere, sin dall’accoglienza al triage, i possibili casi di violenza, anche laddove questi non siano dichiarati apertamente o volutamente celati. Il protocollo prevede, oltre all’attivazione in Pronto soccorso dell’iter diagnostico-terapeutico più appropriato, anche la richiesta di consulenze specialistiche, compresa quella psicologica. In fase di dimissione l’équipe medica valuta se c’è la possibilità di dimettere la paziente in sicurezza oppure attiva il servizio di assistenza sociale e illustra i diversi servizi di accoglienza presenti sul territorio, nel pieno rispetto della libertà decisionale della donna, e, se necessario, con il coinvolgimento delle forze dell’ordine.

Il protocollo è attivo anche se la vittima di violenza, abuso o maltrattamento ha un’età inferiore ai 18 anni. Quest’anno i minori sono stati 24 (17 femmine e 7 maschi) – di cui 17 di nazionalità italiana e perlopiù 14 enni –, a fronte dei 21 accessi da parte di minorenni vittime di abusi, 14 femmine e 7 maschi, registrati lo scorso anno.

Per far riflettere i cittadini bergamaschi su questo tema e aiutare le vittime, fino a venerdì prossimo, in vari punti della Hospital street dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, ci saranno momenti di sensibilizzazione, con l’allestimento di poster informativi e l’esposizione di simboli della lotta ad un fenomeno che ancora fa fatica ad emergere in tutta la sua drammaticità, se si considera che le stime in Europa parlano di una donna violentata o maltrattata ogni 6/9 ore e in Italia di una donna uccisa ogni 2 giorni e mezzo.

Alcune locandine informative saranno affisse anche nei consultori del PreSST (Presidio Socio Sanitario Territoriale) per invitare le donne vittime di violenza a denunciare abusi o maltrattamenti e per indicare le strutture dell’ASST Papa Giovanni XXIII cui è possibile rivolgersi.

Sono numerosi i servizi ai quali le donne possono rivolgersi in caso di violenza. Con accesso libero è possibile presentarsi sia ai Pronto Soccorso dell’ASST Papa Giovanni XXIII (del capoluogo e di San Giovanni Bianco) o di altri ospedali bergamaschi, sia ai consultori delle Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (PreSST). I consultori del ASST Papa Giovanni XXIII si trovano a Bergamo in via Borgo Palazzo 130, e a Villa d’Almé in via Fratelli Calvi, 25.

Numerosi infine i servizi alternativi presenti sul territorio, dagli assistenti sociali del Comune di residenza, alle associazioni attive contro la violenza di genere, come l’Associazione Aiuto DonnaUscire dalla violenza ONLUS.

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