La decisione del taglio è stata messa in atto dalla Regione Lombardia per l’anno 2017.
I vicesindaco Gandi: «La Lombardia faccia come il Friuli e aiuti concretamente i Comuni»
Bergamo, 24 luglio 2017
La denuncia è partita dal Vicesindaco e Assessore al Bilancio Sergio Gandi, nel corso di un suo intervento durante il Consiglio Comunale, mettendo in evidenza il “buco” di risorse finanziarie che la Regione Lombardia ha creato a discapito dei minori sotto tutela nella città di Bergamo e in tutti gli altri Comuni della Lombardia. Il contributo infatti passa dai 660.000 euro del 2016 ai circa 150.000 del 2017.
«Il problema maggiore da un punto di vista economico finanziario non è sul tema dei minori stranieri non accompagnati: il contraccolpo peggiore che registriamo in tema di minori sul bilancio è rappresentato dal mezzo milione di euro in meno che la Regione Lombardia ha deciso di non corrispondere più sui minori residenti sotto tutela» – ha commentato Gandi –. «Non profughi o migranti economici, ma minori che risiedono nel nostro territorio: più di 500.000 euro che dal 2016 al 2017 spariscono perché la Regione non li eroga più agli enti locali. Il primo interlocutore delle richieste che i consiglieri della Lega Nord presentano dovrebbe essere quindi l’attuale Presidente della Regione Lombardia. La spesa dei minori sotto tutela, quindi per decisione e decreto del tribunale, – ha proseguito – è superiore, nel nostro bilancio, di oltre 500.000 euro a quella per i minori stranieri non accompagnati. Invito quindi i consiglieri della Lega a chiedere alla Regione di fare quello che ha sempre fatto finora e che ora ha deciso di non fare più».
Sergio Gandi
Quindi il Vicesindaco chiede alla Regione di attivarsi, come fanno altre Regioni italiane, che vanno incontro ai Comuni sul tema dei minori sotto tutela, incentivandoli destinando loro risorse.
«Lo Stato eroga un contributo di 45 euro al giorno – ha aggiunto Gandi – per i minori che sono accolti: il nostro Comune sta cercando di ridurre il più possibile la spesa media al giorno per minore, portandola vicina al contributo statale. Le ultime convenzioni a Bergamo parlano di 55 euro al giorno, quindi il gap si è molto ridotto (pensiamo che a Trieste, per fare un esempio, le quote giornaliere variano tra i 70 e i 100 euro al giorno). Alcune Regioni, come il Friuli Venezia Giulia, corrispondono addirittura la differenza che i Comuni sostengono rispetto ai contributi statali. Ritengo però che l’approccio ideologico dell’attuale amministrazione regionale e del vostro gruppo consiliare non vi consenta di riconoscere la necessità di contributi su questo tema e così viene meno un aiuto ai Comuni che meritoriamente si accollano un onere che dovrebbe gravare equamente su tutte le istituzioni», ha concluso.