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Dalla postazione multimediale si possono attingere informazioni sulle donazioni di organi e sulle attività di trapianto svolte nella struttura ospedaliera di piazza OMS.

Bergamo, 30 marzo 2017

All’Hospital Street del nosocomio bergamasco è nato il “Punto AIDO – Soffio Vitale”, una postazione multimediale touchscreen dove le persone che vogliono sapere di più sulla donazione degli organi possono attingere informazioni corrette, dagli operatori ospedalieri, studenti e volontari formati per rispondere a dubbi e domande, ed eventualmente scegliere di diventare donatori offrendo i propri organi da espiantare post mortem.

Per la realizzazione di tale progetto è stato determinante l’impegno degli studenti e dei docenti del Corso di Informatica dell’Istituto Guglielmo Marconi di Dalmine, mentre un altro gruppo di studenti, quelli del Corso di Falegnameria di Azienda Bergamasca Formazione di Almenno San Bartolomeo, si sono occupati dell’AIDO Box, costruendo un modello più efficiente di quello installato due anni fa in Hospital street.

«Con il “Punto Aido – Soffio Vitale” – ha spiegato Corrado Valli, Presidente Provinciale Aido – vogliamo dare visibilità e calore al nostro messaggio di solidarietà unito ad una corretta informazione culturalmente seria e documentata. Non è un raccogli iscrizioni ma un presidio animato dove fare vera cultura della donazione e vera cultura associativa grazie alla presenza di volontari Aido e di studenti delle secondarie superiori. L’idea originaria, elaborata con il contributo di Leonio Callioni, è stata prontamente condivisa dall’Asst Papa Giovanni XXIII e successivamente dall’Ufficio Scolastico Provinciale. Il progetto ha avuto una evoluzione positiva ed inaspettata – ha proseguito Valli – quando siamo entrati in contatto con l’Itis Marconi di Dalmine e successivamente con ABF Falegnameria. I giovani guidati da sapienti e disponibili docenti hanno realizzato una installazione multimediale, bella, elegante e funzionale grazie alla quale anche in situazione di non presidio potranno essere date informazioni interagendo con il grande schermo touch screen. L’elemento qualificante è la centralità dei giovani, protagonisti nella realizzazione, dell’installazione e deIla successiva animazione. È un progetto innovativo che apre nuove frontiere alla sensibilizzazione e che potrà essere replicato in altri ospedali della Lombardia e del resto d’Italia. Ma l’origine è e rimane della realtà bergamasca», ha concluso il presidente.

Nella metà degli anni ’80, periodo pionieristico in tema di trapianti, l’Ospedale in questione è stato tra i primi ospedali italiani ad offrire la possibilità di effettuare un trapianto.

«E’ una storia lunga la nostra – ha commentato Carlo Nicora, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII – iniziata con Lucio Parenzan e Paolo Ferrazzi 32 anni fa, che continua oggi con i tanti operatori coinvolti nei circa 300 trapianti che eseguiamo tutti gli anni e nel delicato processo che rende possibile la donazione di organi in caso di lesione cerebrale irreversibile nelle terapie intensive. Tutti i nostri sforzi, la nostra esperienza e le nostre capacità – ha concluso Nicora – sono però inutili se la cultura della donazione non diventa un patrimonio condiviso e diffuso nella nostra società.»

Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, ha dichiarato:

«La scuola nella sua vocazione educativa si pone la finalità di sostenere i giovani uomini e le giovani donne a trovare il senso delle proprie scelte di vita e a costruire “chi essere”. L’educazione alla cittadinanza responsabile conferma ed insegna quei valori che una società reputa importanti, formando il cittadino a rispettarli e farli propri, per divenire, nel rispetto della convivenza e nella solidarietà, un “adulto migliore”. Come Ufficio abbiamo convintamente costruito questa proposta didattica e formativa nell’orizzonte educativo che “la vita è un dono” ha proseguito Graziani soprattutto perché siamo convinti che la cultura della vita immette nei giovani fiducia e dona il valore del rispetto della persona umana. Desidero in particolare ringraziare ’Istituto G. Marconi di Dalmine che ha accolto, da subito, con grande entusiasmo l’iniziativa per il forte valore sociale. Da un “dono intellettuale” ha concluso la dirigente è stato ideato il cuore dell’istallazione, fornendo coordinamento, progettazione, professionalità e spirito di squadra da parte di tutti i docenti e gli studenti coinvolti.»

Una lezione di vita..” è un’idea per dare la possibilità agli studenti delle scuole superiori di Bergamo e hinterland di essere parte attiva di “Punto AIDO – Soffio Vitale” e di presidiare la postazione informativa che permette a tantissimi ragazzi ogni anno di incontrare personale sanitario, rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni di volontariato per capire perché tenere comportamenti responsabili può fare la differenza tra la vita e la morte, per sé e per gli altri.

« “Punto AIDO – Soffio Vitale” – ha commentato Mariangelo Cossolini, coordinatore al prelievo e trapianto del nosocomio orobico – vuole essere un’occasione in più per incontrare i cittadini e parlare di donazione, frutto della proficua collaborazione che da tempo coltiviamo con AIDO e Istituto scolastico provinciale. Il nostro obiettivo è quello di stimolare una riflessione personale sull’argomento e di accompagnare le tante persone che transitano in Hospital street a prendere una decisione, in modo da non obbligare i familiari a prenderla al loro posto quando ormai è tardi per far valere la propria volontà.»

«Il 2016 è stato l’anno record per i trapianti in Italia – ha ricordato Leonio Callioni, vice presidente nazionale di Aido – e il futuro si presenta ancora più roseo grazie alla evoluzione della ricerca e della medicina dei trapianti. Una postazione di sensibilizzazione al dono in questo ospedale, unico in Italia ad effettuare tutti i trapianti sia su adulti che pediatrici è un punto di partenza, con il marchio orobico, per una nuova modalità di raccolta delle disponibilità a donare dopo la morte, che sicuramente sarà guardata con interesse (e magari copiata) anche in altre parti d’Italia», ha concluso Callioni.

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