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Il 2016 non sarà ricordato come una buona annata per le castagne italiane. Il raccolto dei castagneti in alcune aree della Penisola ha subito tagli fino al 90%, imputabili a fattori climatici e all’infestazione provocata da un parassita cinese

A lanciare l’allarme è la Coldiretti a seguito di un’indagine realizzata in occasione dell’avvio della raccolta. L’associazione dei coltivatori ha spiegato che la situazione è critica soprattutto in Campania, Regione che detiene il record della produzione italiana. Coldiretti parla di una vera e propria strage che si è consumata nei castagneti campani, con una riduzione del raccolto che sfiora il 90%. Il cinipide dopo un anno di tregua è tornato a colpire in modo diffuso la produzione italiana. Il parassita cinese attacca gli alberi e li fa seccare. Le regioni settentrionali stanno riuscendo a contenere l’infestazione grazie alla lotta biologica con il parassitoide Torymus sinensis, nemico naturale del cinipede. Al Centro-Sud a causa di fattori climatici e di una strategia di contrasto meno efficace partita in ritardo il parassita invece continua a mietere danni ed è lontano dall’essere debellato. Secondo le stime della Coldiretti quest’anno il raccolto si attesterà su cifre inferiori ai 20 milioni di chili registrati nel 2015. Oggi il raccolto di castagne si è ridotto a un terzo rispetto a dieci anni fa. L’associazione ha ricordato che i castagneti sono fondamentali per l’economia locale non soltanto per la fornitura di castagne e di legno, ma anche come fonte di attrazione turistica e di salvaguardia ambientale: Il castagno riveste peraltro un ruolo importante in molte aree collinari e montane del nostro Paese anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico. La bellezza dei boschi con castagni spesso centenari rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago con l’habitat che risulta fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti. Coldiretti invita i consumatori a controllare l’origine delle castagne, per evitare di acquistare prodotti importati dalla Spagna, dal Portogallo e dall’Albania spacciati per italiani e venduti a caro prezzo. Per tutelare la produzione italiana, che resta di ottima qualità a dispetto del calo del raccolto, l’associazione consiglia di acquistare i prodotti a denominazione di origine.

Cos’è il Cinipide galligeno del Castagno?

cinipide_castagne

L’imenottero cinipide Dryocosmus kuriphilus Yatsumatsu è un piccolo insetto di colore nero da adulto, particolarmente dannoso per il castagno, originario della Cina ma ormai ampiamente diffuso in Giappone, Corea e Stati Uniti. L’insetto è stato segnalato per la prima volta in Italia nel 2002 (prima segnalazione anche per l’Europa) in provincia di Cuneo. Il D. kuriphilus attacca sia il castagno europeo (Castanea sativa Mill.), selvatico o innestato, sia gli ibridi euro-giapponesi. La popolazione è costituita di sole femmine partenogenetiche, lunghe circa 2 mm e di colore nero con zampe giallo-brunastre, in grado di deporre fino a 100-150 uova senza accoppiarsi

Ciclo biologico

Il Cinipide svolge una sola generazione l’anno, con comparsa degli adulti da fine maggio a luglio e deposizione delle uova nelle gemme delle piante ospiti. Le larve nascono a partire dalla fine di luglio e svernano nelle gemme senza che nessun segno visibile ne riveli la presenza ad un esame esterno. La ripresa dell’attività trofica delle larve nella primavera successiva induce la formazione di vistose galle su germogli, nervature fogliari e infiorescenze. Il ciclo biologico si chiude all’inizio del periodo estivo con la comparsa delle nuove femmine adulte, fertili. Gli attacchi del Cinipide sono facilmente individuabili per la presenza sui castagni delle galle che si presentano come escrescenze tondeggianti, con superficie liscia e lucida, inizialmente di color verde chiaro e in seguito rossastre.

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