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Rinviati a giudizio il legale rappresentante di una S.p.A. bergamasca e due cittadini pakistani, che fruttavano autisti pagati con retribuzione difforme di oltre la metà rispetto a quanto effettivamente previsto dai contratti di lavoro nazionali.

 

Bergamo, 10 ottobre 2018 – Rinviati a giudizio, a conclusione delle indagini preliminari con l’imputazione del reato di caporalato, ai sensi dell’art. 603 bis c.p., il legale rappresentante di una S.p.A. bergamasca e due cittadini pakistani operanti nel settore del trasporto merci, già deferiti lo scorso mese di maggio all’Autorità Giudiziaria per intermediazione illecita con sfruttamento di manodopera dai Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Bergamo a seguito di un complesso ed articolato accertamento ispettivo svolto in collaborazione con l’INPS nel settore dei trasporti.

I soggetti indagati utilizzavano autisti che venivano pagati con retribuzione difforme di oltre la metà rispetto a quanto effettivamente previsto dai contratti di lavoro nazionali e comunque palesemente sproporzionata rispetto alla quantità e alla qualità del lavoro prestato. Le circostanze emerse evidenziano nell’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro la corresponsabilità sia del datore di lavoro che del committente.

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