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Il magrebino ha prima tentato un approccio con la minorenne a bordo di un autobus dell’ATB, e poi ha riprovato a violentarla presso una scuola di Città Alta dove si stava recando per seguire una lezione

 

Bergamo, 14 maggio 2018 – Lo scorso 5 maggio, i poliziotti della locale Questura mentre si apprestavano a svolgere l’attività di contrasto ai reati predatori a danno delle cosiddette “fasce deboli”, una sedicenne, abitante nella provincia bergamasca, si rivolgeva a loro denunciando che, nel corso del pomeriggio, era stata importunata da un ragazzo straniero su un autobus dell’Atb che la stava conducendo verso Città Alta.

Ecco i fatti esposti dalla ragazza

La minorenne, fornendo una descrizione dettagliata dell’uomo, riferiva agli agenti che quest’ultimo, insistentemente, le stava “addosso”, facendole continue domande su di lei e chiedendole ripetutamente di poterla baciare. Scesi dal bus, il soggetto continuava a seguirla anche quando la ragazza si era incamminata verso una scuola di Città Alta, dove si stava recando per seguire una lezione.

Giunta a destinazione, la ragazza si apprestava a varcare la soglia dell’edificio scolastico, quando l’extracomunitario si metteva davanti a lei insistendo di volerle dare un bacio; dalle parole passava poi ai fatti prendendola con mano e tirandola verso di sé, in modo coatto, sfiorandole le guance con le labbra, ma la vittima riusciva a divincolarsi e a entrare a scuola.

Le indagini della Polizia

Grazie alle immagini dei sistemi di video-sorveglianza, presenti in zona, prontamente recuperate dalla Squadra Mobile, si acclarava la veridicità, nonché la fondatezza del racconto della minorenne, in quanto, la ripresa video mostrava, in modo inequivocabile, il soggetto in parola mentre la seguiva.

Il riconoscimento del marocchino molestatore

Nei giorni successivi gli agenti della Squadra Mobile effettuavano vari servizi di pattugliamento nella zona di Città Alta, interessata dalla vicenda in questione, e individuavano un soggetto del tutto somigliante alle descrizioni fornite dalla vittima, ma soprattutto a quello ripreso dalle immagini delle telecamere succitate.

Sulla base dei dati in loro possesso, i poliziotti identificavano il magrebino E.A., nato in Marocco nel 1971, con precedenti di polizia per furto, truffa e rapina e, quindi, veniva fermato e accompagnato in Questura, per la foto segnaletica, aggiunta nell’apposito album fotografico della Polizia Scientifica, che veniva sottoposto alla visione della giovane vittima, la quale riconosceva, senza ombra di dubbio, il marocchino violentatore, resosi responsabile dei fatti esposti in denuncia dalla ragazza.

Per tale motivo il cittadino extracomunitario veniva denunciato per il reato di tentata violenza sessuale su minore.

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