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Presentato uno studio, condotto da Prometea, sull’economia della cultura in città: le famiglie bergamasche spendono più di tutte le altre, a livello nazionale, per attività culturali: 137,6 euro in media per ciascun abitante, rispetto ai 95,5 spesi dal resto degli italiani

In crescita anche l’occupazione del settore economico-culturale

 

 

Bergamo 20 febbraio 2018. Il Comune di Bergamo ha commissionato nei mesi scorsi a Prometeia uno studio sull’economia della cultura in città per avere un’idea di quanto spendono i bergamaschi in cultura e quanto investono le istituzioni, le ricadute occupazionali e di valore aggiunto. A tutti questi quesiti ha dato una risposta , nell’Aula Consiliare di Palazzo Frizzoni, l’Assessore alla cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti.

Il Comune di Bergamo produce servizi culturali su tutto il territorio provinciale che hanno dimostrato un’elevata attrattivita’ cultutale: teatro attvita’ concertistica, con un bacino di utenza che si è avvicinato al milione di soggetti, per esatezza 991.483, solamente, nell’nno 2016.

467 sono invece i soggetri che operano in città nel settore in questione, ma la cifra totale si avvicina a 1.377 addetti.

A cio’ bisogna imputare anche la spesa che le famiglie sostengono per l’attivita’ culturali che a Bergamo, sempre nel 2016, ha segnato addirittura il primato nazionale, con ben 137,6 euro in media per ciascun a abitante, rispetto ai 95,5 spesi dal resto degli italiani.

Una grande passione quella del teatro e attività concertistica che sembra accumunare molte famiglie bergamache con una spesa complessiva che si aggira intorno al 72 % rispetto al 48% della media nazionale.

Quanto spende il Comune per la cultura

Abbastanze elevate sono le risorse economiche che Palazzo Frizzoni investe per le attività cultrali: 106 milioni di euro ( 2,7 milioni di euro per eventi, festival canoro- musicali e servizi); 984mila euro per il teatro; 2,1milioni per biblioteche; 2,2milioni per musei.

Con la cultura si fa anche impresa: il valore aggiunto, sempre nel 2016, ha raggiunto la cifra di 161 milioni di euro (ogni euro creato nel settore della cultura genera un utile di 1,8 euro come addizionale di valore aggiunto).

Si sono avute ricadute favorevoli anche nel campo dell’occupazione: 3.359 occupati nel settore compreao l’indotto (10 occupati in tale settore sostengono altri 15 occupati addizionali nell’economia cittadina).

Anche i turisti della cultura sono in crescita costante megli ultimi tre anni: 54 euro di spesa giornaliera per quelli nazionali e 82 euro per quelli stranieri.

il PIL culturale per ciascun abitante bergamasco creato nell’ambito comunale è risultato il doppio a quello della media nazionale con 483 euro per abitante contro i 254 della media nazionale (420 della media lombarda).

«La cultura è innanzitutto strumento di crescita individuale e di coesione sociale – ha spiegato Nadia Ghisalberti – e fornisce gli strumenti critici per affrontate i temi della contemporaneità. Ma è anche una crescita economica di rilievo che coinvolge il territorio, sia in termini di professionalità e di occupazione sia i termini di indotto».

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